In pochi sanno che sabato 23 marzo scorso si è verificata una nuova fuoriuscita di petrolio a El Chaco, nella provincia amazzonica di Napo. La fuoriuscita ha colpito il bacino del fiume Coca, già gravemente interessato dalle fuoriuscite del 2020 e del 2022. L’industria petrolifera commette un nuovo attacco contro l’Amazzonia. In silenzio
Il 23 marzo scorso si è verificata una nuova fuoriuscita di petrolio nel cantone di El Chaco, nella provincia amazzonica di Napo, in un bacino già gravemente colpito da fuoriuscite praticamente identiche nel 2020 e nel 2022.
Macchie di petrolio greggio sono così rovinosamente apparse nel fiume Quijos, un affluente del bacino amazzonico, a seguito di quella che è stata definita “una perdita” nel sistema di oleodotti trans-ecuadoriani – SOTE – gestito dalla società OCP Ecuador.
Ancora non si conoscono le reali dimensioni della fuoriuscita, poiché né la compagnia né lo Stato ecuadoriano ne hanno dato notizia.
Chiediamo trasparenza di fronte a questo gravissimo incidente, che si aggiunge a quelli avvenuti nel 2020 e nel 2022, nello stesso gasdotto e nello stesso bacino, e che hanno causato gravi danni alla natura e alle comunità indigene, dicono da Amazon frontlines.
Intanto cosa fa OCP Ecuador? Scrive di “ribadire il suo impegno nei confronti del Paese, delle comunità e dell’ambiente, motivo per cui gli sforzi di OCP Ecuador S.A. non si fermeranno finché non verrà raggiunta una riparazione completa“.
Eccolo ancora sano e salvo, il greenwashing. Mentre l’Amazzonia soffoca.
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