100 milioni di euro per salvare i piccoli comuni italiani che rischiano di scomparire. Arriva alla Camera il ddl che cerca di salvare tutti quei paesi con meno di 5mila abitanti, già provati dal Patto di Stabilità.
100 milioni di euro per salvare i piccoli comuni italiani che rischiano di scomparire. Arriva alla Camera il ddl che cerca di salvare tutti quei paesi con meno di 5mila abitanti, già provati dal Patto di Stabilità.
Il voto finale è previsto per fine mese, il provvedimento passerà poi al Senato, seguendo il normale iter di legge iniziato nel lontano settembre 2013.
“I piccoli centri concentrano il 90% delle nostre Dop e Igp agroalimentari amministrano più della metà del territorio nazionale, in essi vivono oltre dieci milioni di italiani. Non sono un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro. Inoltre la nuova economia ha bisogno di banda larga, che non a caso è al primo posto tra le misure previste dal ddl: se si è connessi con il resto del mondo si può dare vita a iniziative economiche di grande scala anche in luoghi minuscoli”, spiega il deputato Pd Ermete Realacci, primo firmatario del provvedimento.
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Il fondo da 100 milioni sarà attivo dal 2017 al 2023 e il ddl, se diventerà legge, porterà numerosi benefici. Ci saranno ad esempio, nuove norme sugli alberghi diffusi e sul dissesto idrogeologico e semplificazioni in materia di banda larga.
I finanziamenti potranno essere utilizzati per la riqualificazione del patrimonio immobiliare in abbandono nei centri storici, la manutenzione del territorio con priorità alla tutela dell’ambiente, la messa in sicurezza di strade e scuole, la possibilità di acquisire case cantoniere e tratti di ferrovie dismesse da rendere disponibili per attività turistiche e la promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta.
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Insomma, una serie di interventi che avranno come obiettivo quello di recuperare i paesi e far sì che essi non diventino borghi fantasma. Una task force a livello economico, sociale e strutturale per preservare quindi, tutte quelle zone italiane che soffrono e che, secondo uno studio Cresme fatto per Legambiente e Anci, sono il 69,9% del totale dei comuni del Belpaese. Ciò significa che oltre 2 mila borghi rischiano di scomparire a causa di disastri ambientali e spopolamento.
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“Siamo quasi in dirittura d’arrivo e mi pare che sia un gesto di significativo rilievo politico il fatto che, a un mese esatto dal gravissimo terremoto di Amatrice, il Parlamento sarà chiamato a votare misure concrete nell’indirizzo di territori e comunità delle aree interne e montane. Mi auguro che il percorso parlamentare sia caratterizzato dall’impegno di tutti i gruppi di contenere gli emendamenti, al fine di giungere rapidamente e al meglio al voto sul provvedimento che dovrà poi essere inviato al Senato”, conclude Enrico Borghi del Pd.
Dominella Trunfio