Il 60% delle spiagge del Mediterraneo è inquinato da mascherine e guanti

I risultati della campagna 'Clean up the Med', coordinata da Legambiente in 16 paesi: raccolte 10 tonnellate di rifiuti, il 90% è plastica

I risultati della campagna ‘Clean up the Med’, coordinata da Legambiente in 16 paesi: nello scorso mese sono state raccolte 10 tonnellate di rifiuti, di cui il 90% è plastica. Spiccano, tristemente, mascherine e guanti monouso per effetto della pandemia. Sul 60% delle spiagge ripulite sono stati ritrovati rifiuti legati alla cattiva gestione dei DPI

Gli oceani sono uno dei polmoni del nostro pianeta, assorbono enormi quantità di anidride carbonica e producono più della metà dell’ossigeno che respiriamo. Dal loro stato di salute dipende il nostro benessere sulla Terra, eppure gli oceani sono gli ecosistemi in più grave pericolo – ovviamente per colpa dell’uomo. Crisi climatica e innalzamento delle temperature, sversamento di liquami ma anche di tonnellate di rifiuti (soprattutto in plastica) che compromettono la salute dei pesci e finiscono anche nella catena alimentare, quindi nei nostri piatti.

Se gli attuali trend d’inquinamento non verranno modificati, nel 2050 il peso della plastica presente nelle nostre acque supererà quello dei pesci – denuncia l’associazione Legambiente. – Un’emergenza che tocca profondamente anche il nostro mare, il Mediterraneo, che raccoglie grandi quantitativi di plastica e li restituisce in parte su coste e spiagge.

Proprio nella giornata dedicata agli oceani, Legambiente presenta il report della 28esima edizione di Clean Up The Med, tenutasi da 14 al 28 maggio scorsi. Si è trattato di una massiccia attività di pulizia (volontaria!) di spiagge e litorali, svoltasi in ben 16 paesi (fra cui Italia, Egitto, Libia, Grecia, Marocco, Francia e Spagna), a cui hanno partecipato non solo associazioni ambientaliste, ma anche università, comuni, enti pubblici, scuole e semplici cittadini – come il cantante toscano Piero Pelù, che ci ha ‘messo la faccia’ e ha contribuito alla raccolta dei rifiuti sulla spiaggia di Grosseto.

La quantità di rifiuti raccolti dai volontari è stata impressionante: oggetti in plastica (soprattutto monouso, come buste e bottiglie), cotton fioc, tappi, ma anche reti da pesca, cicche di sigaretta, rifiuti in legno e vetro. Non mancano guanti, mascherine (che sappiamo essere molto pericolosi per gli animali che possono rimanere impigliati negli elastici) e altri dispositivi sanitari legati all’emergenza Covid-19 – a riprova di uno smaltimento spesso scorretto e poco sicuro anche per contenere l’emergenza sanitaria.

I dati rilevati nell’ultima edizione di Clean up The Med ci raccontano ancora una volta di un ecosistema in sofferenza e soffocato dalla plastica – spiega il direttore di Legambiente Zampetti. – C’è l’urgenza assoluta di adottare politiche comuni a tutte le coste del Mediterraneo nella gestione dei rifiuti, sia nella loro produzione che nel loro smaltimento. A livello europeo la direttiva SUP, per ridurre il monouso in plastica, e a livello nazionale, il decreto legislativo per il suo recepimento rappresentano un traguardo importante. Speriamo che quest’ultimo si concretizzi entro il termine stabilito al 3 luglio senza prevedere proroghe, e adottando alcuni miglioramenti, soprattutto per quanto riguarda la deroga alle plastiche compostabili. Ma per mettere in atto una vera e propria rivoluzione contro il marine litter occorrerà estendere il bando dell’usa e getta a tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, unito a norme più stringenti anche sugli altri rifiuti più comuni che si trovano sulle spiagge.

rifiuti spiagge

La locandina dell’evento (@ Legambiente)

Aldilà delle attività di corretto smaltimento dei rifiuti, molto dipende anche dai nostri comportamenti: è importante ridurre l’uso e il consumo di plastica monouso ogni giorno nelle nostre case, prima che questa abbia la possibilità di disperdersi nell’ambiente e inquinare i mari.

Fonte: Legambiente

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