I cambiamenti climatici stanno stravolgendo i paesaggi delle nostre montagne, Alpi comprese e no, non sarà la neve trasportata con gli elicotteri né i teli termici a salvarle...
Dopo mesi di siccità e ondate record di calore, è allarme per l’assenza di neve sulle nostre catene montuose. La situazione è drammatica non solanto sugli Appennini e sull’Etna, dove sembra essere esplosa la primavera, ma anche sulle maestose Alpi. Le immagini satellitari ci mettono di fronte a uno scenario che fa paura. A realizzare un foto-confronto e a condividerlo sui social Sébastien Poulin attivista per l’ambiente e responsabile italiano della Ong Time for the Planet.
Mentre gli scatti di gennaio 2021 e dicembre 2021 mostrano il paesaggio alpino imbiancato, in quelli risalenti a dicembre 2022 e a gennaio di quest’anno predomina il verde della vegetazione:
Tutto ciò sta avendo un impatto devastante sull’ambiente: dove dovrebbero esserci ghiaccio e neve ci si imbatte in distese fiorite. Ma a risentirne è anche il settore turistico. Da Nord a Sud, diversi impianti sciistici si sono visti costretti a restare chiusi, ritardando la loro apertura perché sciare in queste condizioni è davvero impossibile.
Il fenomeno sta interessando tanti altri Paesi europei, come la Svizzera e la Germania. Per rimediare, il comprensorio sciistico svizzero di Gstaad ha optato per una soluzione estrema, facendo arrivare la neve con l’elicottero.
Das wird ja immer schlimmer!
Posted by Bea Trice Ciber on Sunday, January 8, 2023
Tuttavia, questo rimedio non ha portato ai risultati sperati perché il trasporto si è rivelato più complicato del previsto e per rendere fruibile la pista da scii era necessaria una grande quantità di neve.
Questa stessa strategia è stata attuata anche agli inizi dello scorso anno sulle Dolomiti, negli impianti a fune Ista di Cortina, dove la neve scarseggiava.
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Ma è inutile illudersi. Si tratta di soluzioni a breve termine, che spesso si rilevano inefficaci. L’unico modo per salvare le piste da scii e l’ambiente è agire concretamente per combattere il riscaldamento globale.
Per l’Italia l’anno appena concluso si è rivelato il più caldo mai registrato dal 1800, come confermato dagli esperti del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr-Isac), mentre la scorsa estate è stata la più calda mai registrata in Europa da quando è iniziato il monitoraggio del programma europeo Copernicus. E il 2023 potrebbe essere ancora più rovente, come preannunciato dal Met Office. Si prevede, infatti, che le temperature medie globali supereranno di circa 1,2°C quelle pre-industriali.
Nessun elicottero o telo termico (sui ghiacciai) può essere la nostra vera ancora di salvezza. Mettiamocelo bene in testa.
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Fonti: Haupstadt/MET Office
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