Il video diffuso del tramonto sul Monte Bianco ricorda il clima impazzito anche sulle nostre montagne, scrigno di ghiacciai di età millenaria.
Le nuvole corrono, soffici e veloci, colorate di un rosso che pare un miracolo. È il sole al tramonto, è il suo rosso che invade il cielo e prende le cime del Re delle Alpi, il massiccio del Monte Bianco. Ma soffre, ora, il Tetto di neve più alto d’Europa, soffre a causa dei cambiamenti climatici che mutano il suo stato di salute e i suoi ghiacciai.
Proprio così, il video (sotto) diffuso del tramonto sulle vette è un monito a stare in guardia: il clima impazzito non sta dando tregua nemmeno alle nostre montagne, scrigno di ghiacciai di età millenaria.
È uno spettacolo che toglie il fiato quello offerto da queste immagini, ovvio, ma potrebbe essere il segno che il distacco del ghiacciaio Planpincieux sia sempre più rapido, proprio a causa del sole che picchia forte.
La fitta copertura di nubi degli ultimi giorni aveva in effetti portato a uno piccolo arresto dello scivolamento della masse di ghiaccio. Nei giorni scorsi, proprio il rischio di crollo imminente di una parte del ghiacciaio Planpincieux, sulle Grandes Jorasses, lungo il versante italiano del massiccio del Monte Bianco, aveva portato alla chiusura di alcune strade e all’evacuazione di alcune abitazioni.
E ora si teme di nuovo il peggio, tanto che da più parti si invoca la necessità di dichiarare una volta per tutte l’emergenza climatica anche per l’Italia (proposta bocciata dal Senato a giugno scorso) e di dare avvio a una seria politica climatica.
“Il Pianeta ha ormai dichiarato l’emergenza climatica, non possiamo più stare a guardare. La situazione sul Monte Bianco, con il ghiacciaio Planpincieux che si sta sciogliendo ed è a rischio crollo, certifica ancora una volta la gravità della crisi climatica in corso. E di fronte a fatti di tale entità, non è più possibile limitarsi alle sole parole, ma occorrono azioni urgenti e concrete”, dichiara Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, riferendosi a quanto sta accadendo in queste ore in Valle d’Aosta.
“L’Italia ha dichiarato ufficialmente l’emergenza climatica. Non è stato il governo a farlo, ma il ghiacciaio Planpincieux del Monte Bianco, che si sta sciogliendo ed è a rischio crollo. Un potenziale disastro climatico che sovrasta le chiacchiere politiche, i giri di parole delle grandi aziende che ‘difendono’ il clima continuando a bruciare petrolio e gas, e mette tutti noi di fronte a una drammatica realtà: l’emergenza climatica è in Italia, oggi”, è la provocazione di Greenpeace, sottolineando che se continueremo con le emissioni degli ultimi decenni, entro la fine di questo secolo le Ande, le Alpi europee e le catene montuose dell’Asia settentrionale perderanno fino all’80 per cento dei loro ghiacciai.
L’associazione chiede al governo italiano di non limitarsi solamente a parlare di emergenza climatica, ma di iniziare da subito a mettere in pratica questi quattro punti:
- comunicare il piano di chiusura di ogni centrale a carbone, considerando che tutto il settore chiuderà entro il 2025. Occorre chiarire quando ogni centrale terminerà di operare e cosa sarà dell’impianto che si andrà a chiudere:
- azzerare i sussidi alle fonti fossili.
- chiarire come e quando verranno fermate le attività estrattive, specificando che fine faranno le vecchie piattaforme da dismettere;
- modificare subito il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima: secondo la scienza restano 11 anni per mettere in campo azioni concrete contro i cambiamenti climatici, e 10 di questi 11 anni sono contenuti nel PNIEC che verrà approvato entro dicembre.
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Germana Carillo