A livello mondiale, l'industria è in grado di sviluppare una nuova sostanza potenzialmente dannosa ogni secondo. Mille sono quelle introdotte sul mercato ogni anno
Ogni secondo e mezzo le industrie sviluppano un nuovo composto chimico, mentre ogni anno vengono liberate nell’ambiente oltre mille sostanze potenzialmente pericolose.
Sono i dati che emergono dalle stime Eurostat e ripresi dalla Società italiana di endocrinologia (Sie) che, dal congresso in corso a Roma e di concerto con la European Society of Endocrinology ed altre Società scientifiche italiane ed internazionali, lancia un appello alla Commissione europea.
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Cosa si richiede? Una rapida revisione del regolamento europeo Reach n.1907/2006, per allungare la lista delle sostanze bandite e prevenire danni alle generazioni attuali e future.
La Sie e le altre società scientifiche hanno dunque presentato una petizione alla presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen per chiedere l’immediata revisione del regolamento europeo che riguarda proprio la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche.
Citando la necessità urgente e immediata di ridurre al minimo l’esposizione a sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (EDC)
nell’interesse della salute pubblica, gli esperti insistono sulla necessità di affrontare i difetti del regolamento REACH
senza indugio, si legge nella nota stampa.
Oltre 300mila tonnellate prodotte ogni anno, 200mila composti differenti, fino a 12mila molecole dannose per la salute e l’ambiente: l’Europa è di fatto sommersa da prodotti chimici che, dicono gli specialisti, “si trovano in moltissimi prodotti di largo utilizzo e che sono spesso interferenti endocrini, ovvero alterano gli equilibri ormonali, con effetti potenzialmente drammatici sulla salute di adulti e bambini come malformazioni congenite, disturbi dello sviluppo neurologico o della riproduzione, tumori, diabete e obesità”.
Cosa sono gli interferenti endocrini?
Gli interferenti endocrini (ED) sono sostanze che interferiscono con il buon funzionamento del sistema ormonale con rischi per la salute di esseri umani e animali. Possono, ad esempio, incidere sulla riproduzione, lo sviluppo, il metabolismo, l’immunità e persino promuovere lo sviluppo di alcune tipologie di tumori.
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Fonte: ESE
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