La schiavitù non è una piaga del passato. Oggi, 50 milioni di persone sono ancora “in catene”

Nonostante la sua abolizione ufficiale, la schiavitù persiste nel XXI secolo con 50 milioni di vittime in tutto il mondo. Lavoro forzato, sfruttamento sessuale e matrimoni forzati sono solo alcune delle forme moderne di questa piaga che non conosce confini

Il 2 dicembre è una data che dovrebbe celebrare la libertà e la dignità umana. Eppure, nel 2024, la Giornata mondiale contro la schiavitù ci ricorda con cruda realtà che milioni di persone nel mondo sono ancora intrappolate in forme moderne di asservimento.

Tratta di esseri umani. Lavoro forzato. Sfruttamento sessuale. Matrimonio forzato. Questi abusi scandalosi non hanno alcun senso nel XXI secolo”, denuncia Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite.

Un appello che riecheggia in un mondo ancora segnato da profondissime disuguaglianze e ingiustizie. Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e della Walk Free Foundation, circa 50 milioni di persone sono vittime della schiavitù moderna. Di queste, 28 milioni sono coinvolte in lavoro forzato e 22 milioni costrette a matrimoni forzati.

Siamo di fronte a una piaga che non conosce confini geografici, etnici o religiosi. “La schiavitù moderna si verifica in quasi tutti i Paesi del mondo“, avverte l’ONU, sottolineando come più della metà del lavoro forzato e un quarto di tutti i matrimoni forzati si verifichino in Paesi ad alto reddito.

Le nuove forme della schiavitù

Se un tempo la schiavitù era associata all’immagine di persone incatenate e vendute come merce, oggi le sue forme sono spesso nascoste. Si annidano nelle pieghe del nostro sistema economico, alimentate dalla globalizzazione, dalla povertà e dalla discriminazione.

Il lavoro forzato è una delle manifestazioni più diffuse. Milioni di persone sono costrette a lavorare in condizioni disumane, sotto la minaccia di violenze e abusi, in settori come l’agricoltura, l’edilizia, la pesca e l’industria tessile. Spesso si tratta di migranti, in particolare donne e bambini, che vengono ingannati con false promesse di lavoro e poi sfruttati senza pietà.

Lo sfruttamento sessuale è un’altra faccia oscura della schiavitù moderna. Donne e bambine sono costrette a prostituirsi, spesso vittime di traffico di esseri umani e di violenza. Un business lucroso che alimenta la criminalità organizzata e lascia sulle vittime ferite indelebili.

I matrimoni forzati rappresentano una forma di schiavitù che colpisce soprattutto le donne. Ragazze ancora bambine sono costrette a sposare uomini molto più grandi di loro, privandole del diritto all’istruzione, alla libertà e alla dignità. Una pratica che lede i diritti fondamentali e condanna le vittime a una vita di sofferenza.

Ma la schiavitù moderna si nasconde anche in altre forme, meno evidenti ma altrettanto devastanti: la schiavitù domestica, la servitù per debiti, il reclutamento di bambini soldato. Tutte situazioni in cui le persone sono private della loro libertà e dignità, ridotte a meri oggetti nelle mani dei loro sfruttatori.

Un fenomeno globale che richiede un’azione globale

La lotta alla schiavitù moderna è una sfida complessa che richiede un impegno concreto da parte di tutti: governi, organizzazioni internazionali, società civile e singoli individui.

“Nessuno si salva da solo e nessuno è libero finché qualcuno è schiavo”, scrive Aldo Bonaiuto. Un monito che ci ricorda che la lotta alla schiavitù è una battaglia di tutti, per un mondo più giusto e solidale.

Le forme contemporanee di schiavitù e la lotta per la libertà

La schiavitù moderna si manifesta in diverse forme, tra cui:

  • Lavoro forzato: secondo l’ILO, nel 2021 c’erano 27,6 milioni di persone vittime di lavoro forzato, di cui 16,3 milioni nel settore privato e 11,3 milioni sfruttate in attività economiche imposte dallo Stato o da gruppi armati.
  • Sfruttamento sessuale: l’ILO stima che 4,8 milioni di persone siano vittime di sfruttamento sessuale forzato.
  • Matrimoni forzati: nel 2021 c’erano 22 milioni di persone costrette a matrimoni forzati.
  • Schiavitù domestica: si stima che 6,3 milioni di persone siano vittime di schiavitù domestica.
  • Servitù per debiti: questa forma di schiavitù è particolarmente diffusa in Asia meridionale.
  • Reclutamento di bambini soldato: l’UNICEF stima che decine di migliaia di bambini siano utilizzati come soldati in conflitti armati in tutto il mondo.

Per contrastare questo fenomeno, la comunità internazionale sta intraprendendo diverse azioni:

  • L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite include tra i suoi obiettivi l’eliminazione di tutte le forme di schiavitù e di lavoro forzato.
  • L’ILO ha adottato diverse convenzioni per la protezione dei lavoratori e il contrasto al lavoro forzato.
  • L’ONU ha istituito un Fondo fiduciario volontario delle Nazioni Unite per le vittime della tratta di persone, in particolare donne e bambini.
  • Diverse organizzazioni non governative sono impegnate nella lotta alla schiavitù moderna, attraverso attività di sensibilizzazione, prevenzione e assistenza alle vittime.

La Giornata internazionale per l’abolizione della schiavitù

La Giornata mondiale contro la schiavitù è stata istituita nel 1949 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in seguito all’approvazione della Convenzione per la repressione del traffico di persone e dello sfruttamento della prostituzione altrui. Da allora, ogni 2 dicembre, la comunità internazionale rinnova il suo impegno a combattere questa piaga e a promuovere la libertà e la dignità di ogni essere umano.

La Giornata rappresenta un’occasione importante per riflettere sulle cause e le conseguenze della schiavitù moderna, per sensibilizzare l’opinione pubblica e per sollecitare azioni concrete da parte dei governi e delle istituzioni.

L’appello di Papa Francesco: “No alla schiavitù, sì alla libertà”

Anche Papa Francesco ha levato la sua voce contro la schiavitù moderna, in un messaggio inviato in occasione della Giornata mondiale contro la schiavitù. “La schiavitù non è un fatto del passato, ma una realtà tragica e vergognosa del nostro tempo”, ha affermato il Pontefice.

Papa Francesco ha invitato a non rimanere indifferenti di fronte a questa piaga, a “non girarsi dall’altra parte“, ma a “denunciare e combattere ogni forma di sfruttamento e di violenza”.

“La libertà è un dono di Dio”, ha ricordato il Papa, “e ogni persona ha diritto a viverla pienamente”.

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram