La siccità fa paura in Amazzonia: il polmone verde più grande della Terra rischia di diventare una savana 

L'Amazzonia sta soffrendo terribilmente, alle prese con una spaventosa siccità che sta paralizzando i commerci fluviali e isolando le popolazioni indigene. Le immagini satellitari che mostrano il Rio delle Amazzoni a secco sono drammatiche. Fra non molto la foresta pluviale più ricca di biodiversità potrebbe trasformarsi in un'enorme savana...

La foresta pluviale più importante del nostro Pianeta ha sete. Il Rio delle Amazzoni e gli altri bacini idrografici brasiliani si stanno prosciugando di giorno in giorno: una situazione che sta sconvolgendo equilibri delicatissimi.

Finora sono oltre 100 i delfini rosa trovati morti nel lago Tefé, nell’area occidentale del Brasile: ad ucciderli pare essere stato proprio il mix fatale di siccità e temperature eccezionalmente elevate.

“Non abbiamo mai visto nulla di simile, anche se abbiamo già sperimentato diverse grandi siccità qui in Amazzonia qui nella regione di Tefé, ma quest’anno, oltre alla siccità, alla riduzione della superficie fluviale, alla difficoltà per gli abitanti delle rive di ottenere acqua, allo spostamento dalle loro case al fiume principale, abbiamo avuto questo evento di una grande mortalità di delfini” spiegano dall’Instituto Chico Mendes de Conservação da Biodiversidade (ICMBio) del Ministero dell’Ambiente brasiliano.

Negli ultimi mesi la scarsità di precipitazioni sta innescando una crisi idrica spaventosa, che sta minacciando la sopravvivenza delle comunità native e mettendo in ginocchio il settore agricolo.

Basta dare un’occhiata alle immagini satellitari del servizio europeo Copernicus, che mostrano come appariva alla fine di settembre 2022 il Rio delle Amazzoni – noto per essere il fiume più grande e lungo del mondo – e l’aspetto che aveva esattamente un anno fa. Il confronto è impressionante.

La carenza di acqua sta causando una terribile moria di pesci e ostacolando pesantemente la navigazione fluviale, lasciando isolate diverse popolazioni, e mezzo milione di abitanti della regione con le maggiori riserve d’acqua dolce dell’intero Pianeta rischiano di restare a secco.

Una situazione a dir poco paradossale. Fra le aree del Brasile più colpiti da questa catastrofe ambientale spicca lo Stato di Amazonas, dove il passaggio di El Niño si sta facendo sentire. Secondo gli esperti, l’ondata di siccità potrebbe andare a peggiorare fino al prossimo gennaio e per la tregua bisognerà attendere la primavera del 2024.

L’Amazzonia si avvicina al “dieback”: lo studio

La foresta amazzonica, flagellata da incendi e deforestazione selvaggia, è in codice rosso. A mettere in guardia su ciò che sta accadendo è uno studio apparso di recente sulla rivista Science Advances. Nella ricerca viene descritto il processo di desertificazione a cui sta andando incontro l’Amazzonia. Gli esperti parlando di ‘dieback’, che indica appunta la morte della foresta.

“I segnali sono già presenti nei dati delle osservazioni e di rianalisi degli ultimi 40 anni” chiariscono i co-autori Nils Bochow edell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico, e Niklas Boers, dell’Università Tecnica di Monaco.

Da una serie di studi modellistici emerge che, per via della deforestazione e delle ondate più frequenti di siccità, il clima dell’Amazzonia potrebbe diventare simile a quello tipico della savana.

Ad indicarlo sono dei sintomi fra cui la carenza di piogge, il suolo sempre meno umido, la sofferenza delle piente e l’allungamento delle stagioni secche.

siccità amazzonia

@Science Advances

Tutto questo è estremamente grave, dato che l’Amazzonia rappresenta un patrimonio naturale inestimabile, che assorbe da 150 a 200 miliardi di tonnellate di carbonio ed è fondamentale per l’equilibrio climatico del Pianeta, oltre ad ospitare circa il 10% di tutte le specie vegetali e animali esistenti. 

Ciò metterebbe la profonda foresta amazzonica occidentale a rischio di deperimento su larga scala, che a sua volta porterebbe a un sostanziale ulteriore riscaldamento globale a causa dell’ulteriore rilascio di gas serra dagli alberi degradati. – concludono gli autori dello studio – Inoltre, una diminuzione dei monsoni sudamericani porterebbe anche conseguenze potenzialmente drammatiche per la sicurezza alimentare; ad esempio nel bacino de La Plata, caratterizzato da un’agricoltura estensiva, le precipitazioni dipendono in modo cruciale dall’apporto di umidità proveniente dall’Amazzonia.

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Fonti: Science Advances /Copernicus

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