Mentre La Russa ed Enrico Mentana provocano gli attivisti per il clima, chiedendo loro di recarsi in Emilia-Romagna ad aiutare le popolazioni vittime dell'alluvione, loro sono già sul campo a dare il loro contributo. Ma davvero, di fronte a questa catastrofe, qualcuno pensa a puntare il dito contro chi protesta contro la crisi climatica invece di individuare le responsabilità di coloro che ci hanno condotto a tale situazione...?!
“Faccio una proposta, vadano per almeno una settimana da volontari in Emilia-Romagna e certifichino il loro attivo operare per spalare il fango e aiutare a eliminare i danni dell’alluvione”: con queste parole il presidente del Senato Ignazio La Russa ha invitato gli attivisti per il clima di Ultima Generazione a dare una mano alla popolazione in difficoltà.
Ignorando, però, che quelle ragazze e quei ragazzi si trovano già lì, armati di buona volontà e scope, per fare la loro parte. Senza bisogno che qualcuno glielo chiedesse e, soprattutto, senza sbandierarlo per farsi dire “bravi”.
“Noi di Ultima generazione siamo già in Emilia-Romagna a spalare il fango. Siamo tra le persone che stanno prestando soccorso. Comuni cittadini senza bandiere, non stiamo cercando visibilità” ha replicato Maria Letizia Ruello, che fa parte di Ultima Generazione, gruppo ecologista noto per i blocchi stradali e per aver versato vernice su monumenti e sulla facciata di Palazzo Madama per protesta contro l’inazione climatica.
Agli attivisti che accolgono la sua proposta La Russa ha promesso che cercherà di convincere il Senato a ritirare la costituzione di parte civile nei loro confronti perché in quel caso avranno dato prova “di volere concretamente fare qualcosa per l’ambiente”.
Si tratta di un ricatto vigliacco. Chiamarci ragazzi, inoltre, è puro paternalismo: io ho 63 anni. La Russa ci dice: fate i bravi e vi toglierò la punizione. Ultima generazione – fa notare Ruello – è già in Emilia-Romagna ma non la vedete. Mio figlio si trova lì, a spalare. E’ uno dei tanti. Noi siamo una piccolissima avanguardia. Se 20 persone si siedono sull’asfalto del Gra per bloccare il traffico, ve ne accorgete. Se 20 persone vanno a spalare non ve ne accorgete.
https://www.facebook.com/ultimagenerazione.A22/posts/pfbid0FYUWDBDRKrttbfdVXZ17qUYFZCQm6GTjdoM1sJs9Ta2NMW43DgsLvjvTi2M4jJREl
A scendere in campo, fra l’acqua, il fango e i detriti, ci sono pure le ragazze e i ragazzi di Fridays for Future Italia, che – insieme a decine di migliaia di giovani di altri Paesi del mondo – organizzano gli scioperi globali per il clima:
Prima di fare polemiche sterili il nostro Presidente del Senato avrebbe fatto meglio ad informarsi. Ad approfittarne della situazione per attaccare giovani e non dei movimenti per il clima pure il giornalista Enrico Mentana, direttore di TG LA7.
Che occasione avevano i militanti di Ultima Generazione e di Extinction Rebellion, che lezione avrebbero dato se avessero fatto come gli Angeli del fango che quasi sessant’anni fa, senza social né uffici stampa, si ritrovarono in poche ore a Firenze, venendo da tutta Italia, per dare una mano a spalare fango, a aiutare chi ne aveva bisogno, a salvare mille opere d’arte e oggetti e libri di inestimabile valore subito dopo l’alluvione del 1966. – scrive sul suo profilo Facebook – Dài ragazzi che siete ancora in tempo, meno tangenziali occupate, meno monumenti imbrattati, meno comparsate tv e più sana, ma faticosa, militanza.
https://www.facebook.com/enricomentanaLa7/posts/pfbid0NqLSzfug8gP3M61PNwSJ6co2HUJvj98wm23FVYxLcekGRFiuBS4QR4VEEZwRtoE8l
Un commento che non è andato giù a centinaia di utenti, che hanno criticato questa sua uscita infelice e inopportuna.
Che occasione avevano i giornalisti di Ultima Generazione, che lezione avrebbero dato se avessero fatto come quelli che quasi sessant’anni fa, senza social né seguiti da oratorio, gettavano fango su chi realmente ha fatto dell’Italia un colabrodo, e non su dei giovani che cercano di lanciare un grido di allarme. – controbatte uno dei suoi follower – Su dài, siete ancora in tempo.
Facile (e ipocrita) prendersela con gli attivisti, invece di guardare al vero problema
Insomma, sia La Russa che Mentana stavolta hanno perso un’occasione per tacere. Perché gli stessi giovani che bloccano le strade e imbrattano i munumenti per lanciare un appello disperato alle istituzioni si stanno davvero rimboccando le maniche. Non si limitano alle parole, come stanno facendo tanti altri sparando a zero sui social.
Sapete cosa sarebbe stato davvero bello o comunque saggio da sentire da parte di giornalisti e figure istituzionali? Ammettere, di fronte all’evidenza, che quanto accaduto in Emilia-Romagna, Regione notoriamente ad alto rischio idrogeologico, è il risultato catastrofico di decenni di cattiva gestione del territorio e di speculazione edilizia; di decenni in cui la parola prevenzione è sempre passata in secondo piano. È il risultato di appelli ignorati da parte di esperti e associazioni ambientaliste che chiedono da anni azioni concrete per mitigare crisi climatica.
Sarebbe stato più sensato sentire un mea culpa da parte delle istituzioni che non hanno fatto abbastanza per proteggere la popolazione dell’Emilia-Romagna (il 62% della popolazione regionale è a rischio alluvioni, mentre oltre 86mila persone abitano in aree esposte a frane, come riportano i dati dell’ISPRA).
E, invece, no. Risulta più facile prendersela con le giovani generazioni che protestano, tavolta in maniera discutibile. Ma almeno loro stanno provando ad accendere i riflettori su problemi enormi, che ci trasciniamo da troppo tempo. Approfittare di un dramma come questo per prendere di mira chi sta tentando di far sentire la propria voce, invece di guardare a chi ha davvero la responsabilità, è davvero surreale, e – permettetecelo – un po’ da vigliacchi.
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Fonti: ISPRA/Enrico Mentana/Adnkronos/Fridays for future Italia
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