Mentre in Italia siamo ancora in attesa della Conferenza Unificata Stato-Regioni che dovrà pronunciarsi in merito alle riduzioni delle tariffe incentivanti previste per l'anno 2011, con tutte le polemiche sul Conto Energia 2011 di cui vi abbiamo dato conto, in altri Paesi la riduzione delle tariffe incentivanti viene decisa proprio in queste ore. E' il caso della Repubblica Ceca dove uno dei due rami del parlamento, la Camera bassa, ha già approvato ( con 169 voti favorevoli su 200 ) il disegno di legge che prevede tagli alle tariffe incentivanti ed ai premi per i produttori di energia elettrica da fotovoltaico.
Secondo le nuove regole presentate dal Governo della Repubblica Ceca, attualmente in fase di approvazione, a partire dal 2011 ci sarà una notevole diminuzione delle tariffe di acquisto della dell’energia solare alle quali sono tenute le compagnie di distribuzione. La normativa, dunque, prevede regole più rigide per la determinazione delle tariffe incentivanti, attualmente tra le più convenienti in Europa per i proprietari di impianti fotovoltaici, ai quali adesso è garantito un corrispettivo, per forniture alla rete, di 12,89 corone (circa mezzo euro) per chilowattora, indipendentemente dalle dimensioni dell’impianto. La nuova legge prevede che in futuro venga concessa all’Authority ceca per l’energia, l’Energeticky regulacni urad (Eru), la possibilità di ridurre le tariffe di acquisto della energia solare in misura più incisiva rispetto a quanto sinora previsto. Attualmente, infatti, sono previsti tagli non superiori al 5 per cento all’anno. Una volta approvato, il provvedimento darà al soggetto regolatore (Eru) la facoltà di ridurre il feed-in tariffs, il premio alla produzione di energia, quando accertato che il ritorno degli investimenti sia piuttosto veloce, ovvero scenda al di sotto di 11 anni.
In questi ultimi anni lo sviluppo del fotovoltaico nella Repubblica Ceca ha assunto i contorni del “boom” e dimensioni di speculazione economica ritenuti non più accettabili da parte del Governo, in maniera quasi unanime, il tutto causato dagli incentivi economici e dal concomitante ridursi del prezzo dei pannelli con ricadute, alla fine, negative per gli utenti finali svantaggiati da situazioni di eccessiva concentrazione di potentati economici e di riduzione della concorrenza. Certo è, tuttavia, che una riduzione drastica delle tariffe potrebbe mettere a rischio la crescita futura del settore e della green economy della Repubblica Ceca. Non sta a noi dare giudizi, soprattutto quando si tratta di politiche economiche di stati esteri che, inoltre, hanno abbracciato pienamente l’economia di mercato da poco tempo con tutte le distorisoni e le conseguenti fragilità . In questo caso, infatti, si tratta di fare un difficile contemperamento tra esigenze opposte ma tutte, allo stesso modo, meritevoli di tutela: da un lato evitare che ci siano eccessive concentrazioni di potere economico e monopoli distorsivi della efficienza del mercato e, alla fine, dannosi per gli utenti finali svantaggiati da una minore concorrenza e da una minore trasparenza, con conseguente aumento dei prezzi. Dall’altro lato la necessità di assicurare lo sviluppo di un settore in grado di portare molti posti di lavoro, i cosiddetti Green Jobs, nonché vantaggi per l’ambiente in termini di riduzione delle emissioni di CO2.
Non può , tuttavia, sfuggire l’ironia, (e lo diciamo guardando anche ad alcuni problemi che si sono verificati anche in Italia con le reti elettriche ma, fortunatamente, guardando anche ai meritevoli progetti delle smart grids e di ammodernamento della rete elettrica nazionale), presente nel far ricorso, in un primo momento, ad incentivi economici forse eccessivi e mal ponderai per poi, in un secondo tempo, affrettarsi a ridurli a causa delle inaspettate conseguenze e dell’eccessivo sviluppo proprio di quel settore che si voleva incentivare, un settore caratterizzato da innovazione e ricerca tecnologica. E, tuttavia, uno dei problemi principali a quello stesso sviluppo è proprio la vecchia e “tradizionale” rete elettrica del cui stato di conservazione nessuno si era preoccupato e che non era mai stata ammodernata. E sembra quasi che adesso voglia vendicarsi per essere stata troppo a lungo trascurata e sottovalutata. Insomma, per dirla in breve, l’impressione è che la mano destra non sappia quel che fa la mano sinistra.
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Andrea Marchetti