Stop alla pesca a strascico nelle aree protette. Lo ha annunciato la Grecia nei giorni scorsi. Il primo ministro greco si è detto pronto a emanare un divieto, in vigore nei prossimi anni, per salvaguardare il vulnerabile ecosistema marino
Storica decisione quella annunciata di recente in Grecia. Il Paese ha intenzione di vietare per sempre la pesca a strascico in tutti i suoi parchi e riserve marini protetti per la tutela dell’ecosistema marino.
È il primo Stato dell’Unione europea a prendere un impegno di questa portata. Lo ha reso noto il premier Kyriakos Mitsotakis nel corso del meeting Our Ocean Conference, tenutosi nei giorni scorsi ad Atene.
La conferenza ha affrontato tematiche cruciali per la salvaguardia dei mari e degli oceani e delle loro risorse. Si è discusso della riduzione dell’inquinamento da plastica, del turismo sostenibile lungo le coste, della transizione verde nel Mediterraneo e dei trasporti marittimi.
Rivolgendosi alle delegazioni presenti al summit, Mitsotakis ha dichiarato che entro il 2026 la pesca a strascico sarà messa al bando nei parchi marini nazionali della Grecia, mentre nel 2030 il divieto sarà esteso a tutte le aree marine protette dalla legge greca.
Mitsotakis ha presentato anche i suoi piani per sorvegliare queste aree tramite sistemi avveniristici fino all’entrata in vigore del divieto.
Creeremo un sistema di sorveglianza all’avanguardia, con droni, satelliti e intelligenza artificiale per pattugliare efficacemente queste aree, fino a quando 2026. Elimineremo i rifiuti di plastica nelle acque del 50% e le microplastiche del 30% entro il 2030, rispetto al 2019″
Tante promesse notevoli, che devono solo essere mantenute nel tempo. Il primo ministro ha colto l’occasione per comunicare anche l’istituzione di due nuovi parchi marini e rafforzare così le azioni di conservazione dei mari attuate dalla Grecia.
Abbiamo istituito due ulteriori parchi nazionali marini, uno nello Ionio e uno nell’Egeo, aumentando la dimensione delle nostre aree marine protette di 80% e copre un terzo delle nostre acque marine territoriali”
La Grecia vuole dare il buon esempio, sperando che altri Stati seguano le sue orme. La pesca a strascico costituisce oggigiorno una delle peggiori minacce per la biodiversità marina e per il Pianeta tutto.
Questa tecnica di pesca è stata definita dagli scienziati come “deforestazione marina” poiché per catturare i pesci devasta i fondali e contribuisce alla produzione di emissioni di carbonio proprio da questi ultimi.
È un tipo di pesca insostenibile, che nel corso del tempo sta depredando a ritmi impressionanti i nostri mari. Le conseguenze di questo sfruttamento sono devastanti. Ma nelle reti a strascico non finiscono solamente i pesci, ma anche tartarughe marine, delfini e altre specie del mare, vittime di delle catture accidentali.
Porre un freno a queste attività vuol dire garantire una maggiore protezione a specie vulnerabili e a rischio che proprio nei parchi marini dovrebbero essere al sicuro.
Eliminare la pesca a strascico dalle aree marine protette è uno degli obiettivi nell’agenda UE. Attualmente, in Italia la pesca a strascico è consentita unicamente nell’area protetta delle Egadi, ma troppe sono le infrazioni registrate o le attività illegali scoperte.
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