Che tipo di copertura mediatica sta avendo il Summit di Copenhagen? Hill & Knowlton official media sponsor del summit lo sta monitorando costantemente sul sito www.theclimateconversation.com
Comincia il conto alla rovescia per la Conferenza sul clima di Copenhagen dalla quale tutti si auspicano che riesca a venir fuori quell’accordo vincolante in grado di ridurre le emissioni di gas serra sia nel breve che nel lungo periodo. Da più fronti si chiede ai leader del mondo, riuniti dal 7 al 18 dicembre di creare un documento che sostituisca il Protocollo di Kyoto (alla quale tra l’altro molte nazioni tra cui l’Italia non sono ancora riuscite ad adeguarsi) e stabilisca interventi concreti, con l’impegno di tutti, a partire dai Paesi industrializzati per trovare soluzioni in grado di contrastare i cambiamenti climatici. È da mesi che se ne parla su tutti i media nazionali e internazionali, ma in che termini?
Hill & Knowlton, agenzia di comunicazione attiva a livello mondiale e official media sponsor del summit lo sta monitorando costantemente sul sito www.theclimateconversation.com, un unico grande osservatorio che attraverso l’analisi settimanale di oltre 15,000 articoli/post/tweet offre aggiornamenti in tempo reale e approfondimenti sui diversi attori coinvolti e sugli argomenti al centro del dibattito negli organi di informazione.
Un lavoro mastodontico che monitorizza, attraverso un’analisi sia quantitativa che qualitativa, come i mezzi di comunicazione mondiali stanno trattando l’argomento dei cambiamenti climatici e la Conferenza di Copenhagen. Media tradizionali, ma anche blog e tweet in 9 lingue diverse (inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, danese, cinese, russo e italiano). Gli articoli (500 per ogni tipo di media) vengono selezionati in base all’importanza che viene data loro all’interno della testata, del Twitter o del blog.
Oltre alla classifica dei protagonisti e dei personaggi più influenti, guidata saldamente da Barack Obama, questo lavoro sta dando vita ad un quadro completo del COP 15 visto dai media, un vero e proprio termometro che fornisce diversi spunti interessanti.
Per quanto riguarda la classifica, ad esempio, dall’ultimo aggiornamento che risale al 26 novembre, Barack Obama resta la persona più importante che sembra aver monopolizzato le conversazioni in tema di cambiamenti climatici con una copertura mediatica cinque volte maggiore rispetto alle scorse settimane. Si difende bene anche il presidente cinese, Hu Jintao, che detiene saldamente la seconda posizione. Aumenta il risalto di Kevin Rudd, il Primo Ministro d’Australia che passa dall’ottava alla quinta posizione grazie alle interviste nei principali media in Australia e nel Regno Unito. Scala posizioni tra le celebrità anche Cate Blanchett, l’attrice australiana premio Oscar, impegnata in una nuova campagna ambientale a favore del clima.
Sul fronte degli argomenti trattati, nell’ultima settimana a tener banco e a guadagnare l’attenzione dei media è stata la notizia che il presidente degli Stati Uniti sarà presente al vertice il 9 Dicembre, anche se l’annuncio della sua partecipazione, arrivato così al ridosso del summit, ha scatenato critiche soprattutto da parte delle ONG. Oltre alla sua partecipazione il Presidente Obama è rimbalzato sulle cronache di tutto il mondo annunciando l’impegno a ridurre del 17% le emissioni, nonostante il Senato non abbia ancora approvato e discusso la legislazione con la quale mettere in atto tali provvedimenti a favore del clima.
Così se il Climategate ha continuato a dominare la conversazione soprattutto dei media americani, anche il ruolo dell’Europa, che sembra quasi proporsi come arbitro tra gli Stati Uniti e la Cina, è emerso come argomento di primo piano. Soprattutto a seguito del recente incontro tra i ministri dell’ambiente dell’Unione europea dello scorso 23 novembre e quello proprio con la Cina che si è svolto ieri.
Ma i tre argomenti più discussi in tutta la stampa, blog e twitter rimangono le aspettative dei risultati della Conferenza, le conseguenze del cambiamento climatico (soprattutto sui blog) e il ruolo delle nazioni sviluppate nel ridurre le emissioni.
Si moltiplicano poi, a ridosso dell’appuntamento, i contributi provenienti dalle ONG, Greenpeace e WWF in primis, ma anche dal mondo accademico, soprattutto a seguito dell’incidente Climategate.
Un tema emergente nella conversazione del clima in questi giorni è stato quello delle “emissioni mondiali di carbonio” scaturito anch’esso soprattutto a seguito della riunione dei ministri dell’Ambiente dell’Unione europea. In tal senso la stampa è risultata più attiva rispetto a blog e twitter i quali si sono limitati a coprire l’evento anche se non sono mancate diverse reazioni da parte del mondo accademico e di rappresentanti aziendali che hanno voluto esprimere il loro parere in materia.
A meno di una settimana dal grande appuntamento, si preannuncia, come ci si può immaginare, un aumento significativo della copertura mediatica. Anche in Italia molte testate, siti internet, e agenzie di stampa, a partire dall’ANSA, si stanno organizzando con speciali ad hoc per fornire aggiornamenti e notizie in tempo reale dal summit in Danimarca.
E anche noi di greenMe.it tenteremo di tenervi aggiornati costantemente. Per far ciò, già da ora è possibile leggere tutte le news sulla Conferenza di Copenhagen all’indirizzo www.greenme.it/tag/Copenhagen2009
Simona Falasca