L'Africa si sta spaccando in due. Le forti piogge che si sono abbattute nelle ultime settimane in Kenya hanno rivelato una crepa che contribuirà a dividere il continente in due
L’Africa si sta spaccando in due. Le forti piogge che si sono abbattute nelle ultime settimane in Kenya hanno rivelato una crepa che contribuirà a dividere il continente in due.
A marzo, il Kenya ha dovuto fare i conti con piogge molto violente, che hanno portato al crollo delle mura di un ospedale, all’inondazione di interi quartieri, alla distruzione di case e alla chiusura delle principali autostrade.
L’alluvione però ha rivelato una spaccatura nel suolo lunga circa 10 km e larga 20. La prova del fatto che l’Africa si dividerà in due, anche se ci vorranno milioni di anni.
La spaccatura si estende per diversi chilometri vicino alla città di Mai Mahiu nella Rift Valley, squarciando anche un’importante autostrada, la Nairobi-Narok ed è stata accompagnata dall’attività sismica nell’area. Il risultato è un un profondo canalone che risucchia dentro le auto. Alcuni abitanti della zona hanno subito gravi danni alle loro case.
Secondo gli scienziati, i tremori sismici e gli spostamenti tettonici nella regione vi sono già da tempo. Le piogge non hanno fatto altro che peggiorare il problema sgretolando la superficie ed esponendo gli strati di suolo sottostanti.
L’East African Rift System (EARS), parte della Great Rift Valley, si estende per oltre 3.000 km dal Golfo di Aden a nord verso lo Zimbabwe a sud, dividendo la placca africana in due parti disuguali: le placche somala e nubiana. L’attività lungo il ramo orientale della Rift Valley, che attraversa l’Etiopia, il Kenya e la Tanzania, è diventata evidente quando la grande crepa è apparsa all’improvviso nel Kenya sud-occidentale.
Si tratta di una spaccatura in via di sviluppo, un processo che andrà lentamente ad assottigliare la crosta terrestre, a diffondere il fondo marino, a estendersi attraverso la faglia, fino a spezzare il continente africano.
Quando accadrà, la maggior parte dell’Africa rimarrà un unico blocco, mentre la Somalia e parti del Kenya, dell’Etiopia e della Tanzania formeranno un nuovo continente.
Negli ultimi anni, gli scienziati hanno prestato attenzione su come e perché questi due enormi blocchi di terra si stiano lentamente spezzando.
Non è nemmeno la prima volta che enormi interstizi si aprano nella regione del Corno d’Africa. È già accaduto nel triangolo di Afar, che attraversa Etiopia, Eritrea e Gibuti. Storicamente, questo è lo stesso processo che ha portato al distacco dell’Africa dal Sud America circa 138 milioni di anni fa.
Questo processo è accompagnato da manifestazioni di superficie lungo la valle del rift sotto forma di vulcanismo e attività sismica. I rifts sono lo stadio iniziale della rottura continentale.
A crack that opened up in Kenya’s Rift Valley, damaging a section of the Narok-Nairobi highway, is still growing… pic.twitter.com/T5YocDauYj
— BBC (@BBC) 26 marzo 2018
L’East African Rift è unico perché permette di osservare diverse fasi di rifting lungo la sua lunghezza. A sud, dove la spaccatura è più giovane, i tassi di estensione sono bassi e la spaccatura si verifica su una vasta area. Il vulcanismo e la sismicità sono limitati. Verso la regione di Afar, invece, l’intero fondovalle è coperto da rocce vulcaniche. Ciò suggerisce che, in quest’area, la litosfera si è assottigliata quasi fino al punto di rottura completa. Quando questo accadrà, si formerà un nuovo oceano. Dopo decine di milioni di anni, la diffusione del fondo marino progredirà lungo l’intera lunghezza della spaccatura e ci sarà una grande isola nell’Oceano Indiano composta da parti dell’Etiopia e della Somalia, incluso il Corno d’Africa.
So this will happen in the next 50M yrs. Can’t wait pic.twitter.com/g2uogxK9or
— K!M ??™ (@Nel_kimz) 20 marzo 2018
Eventi drammatici, come improvvise rotture lungo le autostrade o grandi terremoti catastrofici, possono dare un senso di urgenza alla spaccatura continentale ma, nella maggior parte dei casi, spaccano l’Africa in tempi molto lunghi, senza che nessuno se ne accorga.
LEGGI anche:
- Quella enorme e preoccupante crepa nel ghiaccio dell’Antartide
- Il canyon nato in Nuova Zelanda a seguito del forte terremoto del 2016
Francesca Mancuso