Il WWF Messico ha annunciato di aver ricevuto dalla Bezos Earth Fund di Jeff Bezos una donazione a favore delle mangrovie
Jeff Bezos, ex CEO di Amazon, vuole investire nell’ambiente: il WWF Messico ha annunciato di aver ricevuto dalla Bezos Earth Fund una donazione a favore del ripristino e nella conservazione delle mangrovie in Nayarit, Yucatán e Quintana Roo. Sconosciuta per ora la cifra, ma è probabile derivi dagli introiti ricavati dal primo volo di turismo spaziale dello scorso 20 luglio.
La collaborazione tra la fondazione filoambientale di Bezos e il WWF, con respiro quinquennale, era stata già annunciata: diverse le finalità tra cui la protezione delle mangrovie in Messico, Colombia, Fiji e Madagascar, con il preciso obiettivo di limitare le emissioni e proteggere le comunità costiere dalle devastazioni provocate dai fenomeni meteorologici estremi, in aumento a causa dei cambiamenti climatici e del disboscamento effettuato da attività agricole, zootecniche, ittiche e turistiche. Ora l’annuncio della prima donazione, anche se non ne conosciamo l’ammontare.
Chi beneficerà del finanziamento
La mangrovia è una formazione vegetale (o forestale), costituita da piante prevalentemente legnose con radici immerse nell’acqua, tipica dei litorali bassi delle coste marine tropicali, in particolare nella fascia periodicamente sommersa dalla marea, e che svolgono un ruolo fondamentale nell’ambiente perché stabilizzano la costa, contribuendo a ridurre l’erosione causata dalle mareggiate, onde, maree e correnti. La loro riduzione costituisce un’altra minaccia per il nostro Pianeta.
Il WWF è profondamente grato per questo investimento e per l’impatto che questo impegno avrà su milioni di persone in tutto il mondo – annuncia entusiasta Jorge Rickards, direttore generale di WWF Messico – In Messico, tale sostegno finanzierà la protezione e il ripristino delle mangrovie nella regione di Marismas Nacionales, a Nayarit; la Riserva della Biosfera del Río Lagartos e la Riserva Statale di Dzilam, nello Yucatán, così come l’area protetta di Yum Balam, a Quintana Roo, di cui beneficeranno direttamente e indirettamente migliaia di persone.
Le regioni della Repubblica messicana che riceveranno il sostegno sono Marismas Nacionales, a Nayarit, la Riserva della Biosfera del Río Lagartos e la Riserva Statale di Dzilam, nello Yucatán così come l’area protetta di Yum Balam, dove si trova l’isola di Holbox, a Quintana Roo.
Il WWF Messico promette che lavorerà a stretto contatto con le comunità locali al fine di ridurre la loro vulnerabilità ai cambiamenti climatici e quindi di espandere le loro opportunità economiche, migliorare la loro salute e la sicurezza alimentare e idrica.
Messico, Colombia, Fiji e Madagascar hanno importanti mangrovie che immagazzinano migliaia di tonnellate di carbonio e supportano un’ampia varietà di fauna selvatica – continua Balam – Queste regioni affrontano sfide che richiedono l’accesso alle migliori informazioni possibili, motivo per cui lavoreremo a stretto contatto con le comunità e gli esperti di ciascun Paese per integrare le loro informazioni con quelle dei satelliti spaziali.
Un finanziamento che viene dallo spazio
Beautiful launch from West Texas this morning. #NSFirstHumanFlight pic.twitter.com/JUpRA7PHvv
— Blue Origin (@blueorigin) July 20, 2021
E proprio lo spazio è la fonte di questi finanziamenti. Il 20 luglio, infatti, Jeff Bezos ha realizzato il primo volo di turismo spaziale con New Shepard, costruita dalla sua compagnia Blue Origin: gli introiti ricevuti, di circa 100 milioni di dollari a livello globale, erano stati suddivisi in tre parti uguali, una delle quali destinata ai quattro Paesi con più estesa area di mangrovie, ovvero Messico, Colombia, Fiji e Madagascar.
Non mancano, pertanto, le critiche. Per ora infatti, i lanci di razzi per turismo spaziale sono decisamente pochi e limitati ad una ristrettissima cerchia di multi milionari. Ma se questo settore diventerà un’industria di massa, le cose potrebbero cambiare.
Durante il lancio, i razzi possono emettere da quattro a dieci volte più ossidi di azoto rispetto a Drax, la più grande centrale termica del Regno Unito, nello stesso periodo – scriveva su The Conversation a questo proposito Eloise Marais, professoressa associata presso la University College London – Le emissioni di CO₂ per i circa quattro turisti su un volo spaziale saranno tra le 50 e le 100 volte superiori alle tonnellate emesse per passeggero su un volo a lungo raggio.
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I dati necessitano ora di una modellazione per effettuare previsioni più precise.
Affinché le autorità internazionali possano tenere il passo con questa industria nascente e controllarne adeguatamente l’inquinamento, gli scienziati hanno bisogno di una migliore comprensione dell’effetto che questi astronauti miliardari avranno sull’atmosfera del nostro pianeta.
Ammesso che poi gli scienziati saranno ascoltati.
Fonti di riferimento: WWF Messico / Blue Origin / The Conversation
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