Quanto si stanno impegnando i comuni delle isole minori italiane a favore della sostenibilità? Nel 2022 migliora la crescita della raccolta differenziata, ma è ancora troppo lenta quella delle rinnovabili, mentre quello della depurazione rappresenta un tasto dolente. Vediamo quali sono le isole più virtuose
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Il nostro Paese vanta delle meravigliose isole, meta gettonatissima per le vacanze estive di turisti italiani e stranieri. Ma quanto sono sostenibili le isole minori? A svelarcelo è il nuovo report di Legambiente, che mostra quanto si sono impegnate per affrontare varie sfide: dalla raccolta differenziata all’uso di fonti di energia pulita, passando per il funzionamento dei sistemi di depurazione.
Le isole minori italiane possono trasformarsi oggi da modelli molto spesso inefficienti, perché dipendenti da scambi di energia e materia con la terraferma, a modelli innovativi nell’adozione di sistemi sostenibili per l’approvvigionamento di energia pulita e nella gestione dell’acqua, per il recupero e riciclo dei rifiuti e per una mobilità a emissioni zero. – commenta Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente – Perché la transizione climatica di cui abbiamo urgente bisogno per fermare la crescita della temperatura del Pianeta può legare assieme gli obiettivi di un modello energetico al 100% pulito, incentrato sulle fonti rinnovabili, con quello di una virtuosa gestione del ciclo dell’acqua e dei materiali capace di portare innovazioni positive in agricoltura, in edilizia, nelle diverse attività che si svolgono sulle isole.
Raccolta differenziata
Se guardiamo a queste località italiane, c’è un dato che sorprende in positivo. Nelle 27 isole minori abitate è aumentato il tasso di raccolta differenziata, che registra una media complessiva del 47,33%. Ma quali sono le più virtuose?
Al primo posto troviamo l’isola di Sant’Antioco (composta dall’omonimo comune e dal comune di Calasetta, in Sardegna) con l’82% di raccolta differenziata, seguita dalle Isole Egadi che hanno raggiunto il 75%. Ottime prestazioni anche quelle di Pantelleria (TP) con il 73% e San Pietro (SU) con il 72,6%.
Nell’insieme, la capacità di differenziare i rifiuti continua a crescere sulle isole, tra il 2019 e il 2020, anche rispetto alla crescita già registrata nel 2019. Stando agli ultimi dati Ispra, le isole Egadi sono passate dal 38% al 75%, San Pietro dal 56% al 72,6%, Ventotene dal 18% al 24%, l’isola del Giglio dal 24% al 31%, le isole Tremiti dal 38% al 55%. Il peggioramento più importante si registra invece alle Isole Pelagie passate dal 38% all’11%. – spiega Legambiente – Non mancano tuttavia alcune azioni virtuose: ben 18 isole analizzate hanno ormai adottato politiche plastic free.
Ecco la griglia con i vari risultati:
Energie rinnovabili
Per quanto riguarda, invece, il settore delle energie rinnovabili, ci sono segnali che fanno ben sperare in merito all’installazione di pannelli solari fotovoltaici, in particolare nelle isole non interconnesse grazie agli incentivi introdotti da parte del MISE. Sono 531 i kW installati complessivamente dal 2018 in queste 20 isole grazie al provvedimento, che si aggiungono ai 2.700 già installati. Purtroppo, però, i ritardi accumulati nell’emanazione dei provvedimenti attuativi hanno portato a fallire rispetto agli obiettivi previsti al 31 dicembre 2020 dal provvedimento, che era di raggiungere una installazione complessiva di 11.820 kW (e 13.850 MW di solare termico).
Ma dove si trovano le maggiori installazioni di fotovoltaico? Queste sono concentrate principalmente ad Ischia, all’Isola d’Elba e a Sant’Antioco (rispettivamente circa 4.000, 3.700 e 2.000 kW).
Fra le isole non interconnesse, Pantelleria risulta l’isola con le maggiori installazioni di fotovoltaico, 840 kW, con a seguire Lampedusa e Linosa, 605 kW, le isole Eolie (comune di Lipari), 509 kW, e Ustica, 433 kW. Buone notizie arrivano dall’isola di Salina dove si riscontra il maggior aumento percentuale di installazioni fotovoltaiche dal 2020 al 2021 (si è passati da 22 a 104 kW).
“Ad oggi il fotovoltaico è presente in tutte le isole anche se in alcuni casi con numeri molto bassi, come ad esempio alle Isole Tremiti (18,4 kW) e al Giglio (34,7 kW)” si legge nel report di Legambiente.
Ecco la tabella con i risultati:
Depurazione e rete idrica
Decisamente più deludenti i dati che riguardano i sistemi di depurazione e il comparto idrico, che restano i settori più deboli per le isole minori abitate. Infatti, i sistemi di dissalazione, presenti comunque solo in un terzo delle isole, sono spesso insufficienti e obsoleti. E l’approvvigionamento idrico deve essere garantito da navi cisterna provenienti dalla terraferma. In molti casi, i nuovi progetti vengono bloccati da ricorsi al TAR o dalle stesse amministrazioni.
Le perdite della rete idrica sulle isole minori sono in linea con quella nazionale e corrispondono al 42% dell’acqua immessa in rete. La variabilità di questo dato però è molto ampia: si va da un minimo del 9% delle isole Tremiti, alla rete delle Isole Egadi che perde
l’86% dell’acqua immessa in rete.
Un tasto particolarmente dolente per le isole minori italiane è quello della depurazione delle acque reflue. In tutte le isole minori oggetto di questo studio, i sistemi di depurazione non sono sufficienti o sono addirittura inesistenti. Le variazioni in questo settore sono pressoché nulle rispetto agli anni precedenti e i comuni non hanno a disposizione fondi per questo. – si legge nel report Legambiente – Sulle 27 isole analizzate, nessuna ha un impianto di depurazione in grado di coprire il fabbisogno rispetto agli abitanti. Nelle isole Egadi, a Ponza, a Salina non c’è nessun impianto. A Ischia, dopo dieci anni di inerzia, un nuovo impianto in grado di purificare le acque fognarie del comune di Ischia e di quello confinante, Barano, è realizzato solo al 60%.
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Mobilità
Per quanto riguarda, invece, la mobilità in diversi comuni isolani il tasso di motorizzazione è pari a quasi un’auto pro capite, come ad esempio a Lampedusa e Linosa (0,9 veicoli/abitante) e a Pantelleria (0,9 v/ab): quest’ultimo in aumento rispetto al dato – n 0,8 av/ab – del report dello scorso anno.
L’isola più virtuosa è risultata è Capri, in cui il tasso di motorizzazione è pari allo 0,3 v/ab, nettamente più basso delle altre isole. Il parco auto più vetusto si conferma sulle Isole Pelagie (55%) e alle Isole Tremiti (52%) nonostante sia diminuito di alcuni punti percentuali rispetto al rapporto 2021. Nonostante questo, va segnalato che molte isole hanno avviato progetti per dotarsi di mezzi elettrici.
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Fonte: Legambiente
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