L’Isola di Pasqua è un punto critico per l’accumulo di plastica e microplastiche che stanno compromettendo gli animali marini e di conseguenza anche la salute degli abitanti
La bellissima Isola di Pasqua è alle prese con una grave crisi ambientale legata all’inquinamento da plastica. Situata nel cuore dell’Oceano Pacifico meridionale, l’isola si trova in una posizione geografica che la rende vulnerabile alle correnti oceaniche, le quali trasportano grandi quantità di rifiuti, provenienti principalmente dall’Australia, dal Sud America e dalle attività di pesca. Questo ha trasformato l’isola in un punto critico per l’accumulo di plastica e microplastiche.
Secondo i dati forniti dalle autorità locali, l’Isola di Pasqua, o Rapa Nui, riceve circa 50 volte più plastica rispetto alle coste del Cile continentale. Moiko Pakomio, biologa marina del governo locale, ha sottolineato come la maggior parte dei rifiuti che si accumulano sulle coste dell’isola non provenga dalla comunità locale.
Pakomio ha inoltre spiegato che la maggior parte di questi rifiuti arriva dai pescherecci che scaricano la plastica in mare. Attraverso il corso delle correnti oceaniche, i rifiuti si degradano in microplastiche che non solo inquinano le spiagge, ma anche l’ecosistema marino.
Il 58% della plastica proviene dal Cile continentale
Le conseguenze di questo fenomeno sono devastanti per la fauna locale. Gli abitanti dell’isola, infatti, dipendono molto dalle risorse marine per la loro alimentazione. Tra le specie colpite ci sono i ricci di mare e i pesci azzurri, che rappresentano una parte importante della dieta della comunità.
Questo inquinamento sta compromettendo la sicurezza alimentare degli abitanti e rischia di alterare gravemente la catena alimentare, come ha voluto ribadire il sindaco di Rapa Nui, Pedro Edmunds. Oltre a questo, è emerso che una buona parte della plastica che raggiunge l’isola proviene dal Cile continentale, circa il 58%. Ciò significa che il problema dell’inquinamento marino è anche legato a una cattiva gestione dei rifiuti a livello nazionale.
Per contrastare questa emergenza, la comunità locale ha avviato una campagna contro l’inquinamento da plastica, sperando che un accordo internazionale, previsto per novembre in Corea del Sud, possa contribuire a ridurre l’uso di polimeri plastici a livello globale.
Non possiamo permettere che un paradiso come quello dell’Isola di Pasqua venga sommerso dai rifiuti che non solo deturpano il paesaggio ma mettono a rischio la sopravvivenza dell’ecosistema marino e degli animali e di conseguenza la salute degli abitanti. È tempo di intervenire prontamente per mettere fine a questo fenomeno il prima possibile.
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