È in corso in queste ore la maxi operazione di recupero del relitto del peschereccio "Bora Bora", naufragato nell'estate del 2019 nelle acque dell'Isola di Montecristo.
È iniziata la maxi operazione di recupero del relitto del peschereccio “Bora Bora”, naufragato nell’estate del 2019 nelle acque dell’Isola di Montecristo, una delle isole più selvagge e incontaminate dell’Arcipelago Toscano.
A renderlo noto è la Guardia Costiera, specificando che l’operazione è stata resa possibile grazie alla costituzione di “una sinergica rete tra pubblico e privato che ha consentito di realizzare questo intervento in un’area di particolare pregio naturalistico, parte integrante del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e ricompresa nel perimetro del cosiddetto Santuario dei cetacei”.
Ad annunciarlo su Facebook anche l’ex ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che durante il suo mandato si era attivato per il recupero dell’imbarcazione.
“Era l’estate del 2019 quando il peschereccio “Bora Bora” si incagliò lungo le coste dell’Isola di Montecristo e finì sui fondali marini. In un’area marina particolarmente delicata e di estrema ricchezza per la nostra biodiversità.” – scrive Costa. – Fin da subito avviammo le pratiche per il suo recupero, un lavoro non semplice perché un piccolo errore può compromettere quell’ecosistema meraviglioso e fragile, più di quanto fosse già accaduto con questo tragico evento. Con orgoglio voglio condividere con voi la notizia che in queste ore è iniziata la maxi-operazione di recupero, anche grazie a una rete di solidarietà costruita con l’apporto di privati, associazioni, istituzioni.”
Era l’estate del 2019 quando il peschereccio “Bora Bora” si incagliò lungo le coste dell’Isola di Montecristo e finí sui…
Posted by Sergio Costa on Friday, March 5, 2021
Per il recupero del peschereccio si è rivelato fondamentale il contributo offerto da alcuni imprenditori, come evidenzia l’ammiraglio Aurelio Caligiore, capo del reparto ambientale marino delle Capitanerie di Porto.
“L’attuale quadro normativo non contempla la possibilità di interventi, da parte delle amministrazioni dello Stato” spiega Caligiore. La rimozione del peschereccio può essere ritenuta, quindi, un intervento pilota.
“Ci si augura possa servire da stimolo per il legislatore da un lato a voler provvedere ad innovare l’attuale quadro normativo e dall’altro lato a voler promuovere altre iniziative analoghe in cui le Istituzioni dello Stato, sostenute economicamente dall’imprenditoria, possano interagire per la soluzione di problematiche a carattere ambientale” conclude l’ammiraglio Caligiore.
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