Abbiamo 10 anni per limitare a 1,5° l’aumento delle temperature. Non è impossibile!

Limitare il riscaldamento globale a 1,5 ° C richiederebbe sì cambiamenti rapidi, di vasta portata e senza precedenti in tutti gli aspetti della società ma i benefici per le persone e gli ecosistemi naturali sarebbero evidenti, con la garanzia di una società più sostenibile ed equa. Lo dice l'IPCC, il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico che ha tracciato quattro scenari per la riduzione delle emissioni inquinanti

Limitare il riscaldamento globale a 1,5 ° C richiederebbe sì cambiamenti rapidi, di vasta portata e senza precedenti in tutti gli aspetti della società ma i benefici per le persone e gli ecosistemi naturali sarebbero evidenti, con la garanzia di una società più sostenibile ed equa. Lo dice .

La relazione speciale sul riscaldamento globale di 1,5 ° C è stata approvata dall’IPCC sabato a Incheon, in Corea. Secondo il Gruppo Intergovernativo, darà un importante contributo scientifico alla Conferenza di Katowice sui cambiamenti climatici in Polonia, prevista per dicembre, quando i governi rivedranno l’Accordo di Parigi per affrontare i cambiamenti climatici.

Novantuno autori e revisori di 40 paesi hanno preparato il rapporto IPCC in risposta a un invito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

Nell’ambito della decisione di adottare l’accordo di Parigi, l’IPCC è stato invitato a produrre, nel 2018, una relazione speciale sul riscaldamento globale di 1,5 ° C rispetto ai livelli preindustriali e ai relativi percorsi globali di emissione di gas a effetto serra.

Come fare quindi a contenere l’aumento delle temperature fino a 1,5° per contrastare i cambiamenti climatici, favorire lo sviluppo sostenibile e sradicare la povertà?

È questa la domanda a cui hanno cercato di rispondere gli esperti di tutto il mondo attraverso la relazione.

Uno dei messaggi chiave che emerge con forza da questo rapporto è che stiamo già vedendo le conseguenze di 1° C del riscaldamento globale attraverso condizioni meteorologiche più estreme, l’innalzamento del livello del mare e la diminuzione del ghiaccio marino artico, tra gli altri”, ha detto Panmao Zhai, co-presidente del gruppo di lavoro IPCC I.

I quattro scenari

Quattro sono gli scenari (alcuni buoni, altri decisamente meno) tracciate dagli scienziati per contenere i gas serra di origine umana nell’atmosfera e due i modi:

  • taglio delle emissioni col passaggio a energie rinnovabili e veicoli elettrici, efficienza energetica, riciclo dei rifiuti, riduzione del consumo di carne;
  • rimozione della CO2 attraverso la riforestazione e la cattura e lo stoccaggio del carbonio, quest’ultimo ancora in via sperimentale

Il primo scenario indicato dall’ONU è il più “verde” e ottimistico e punta sul risparmio energetico e la riforestazione.

Il secondo invece mira ad aumentare la sostenibilità in tutti i settori produttivi, con un limitato uso dello stoccaggio di carbonio, ancora oggi non sostenibile dal punto di vista economico.

Il terzo scenario riguarda soprattutto il settore dell’energia e quello dell’industria, con una maggiore attenzione alla sostenibilità e un ricorso significativo al “carbon storage”.

Infine, il quarto è il più catastrofico e prevede uno sviluppo basato sulle fonti fossili, con le emissioni riassorbite dallo stoccaggio di carbonio.

Quali conseguenze si eviterebbero limitando il riscaldamento a 1,5°

Il rapporto evidenzia una serie di impatti sui cambiamenti climatici che potrebbero essere evitati limitando il riscaldamento globale a 1,5 ° C rispetto ai 2° C o più. Ad esempio, entro il 2100, l’innalzamento globale del livello del mare sarebbe inferiore di 10 cm con il riscaldamento globale di 1,5 ° C rispetto ai 2° C.

La probabilità di un Oceano Artico senza ghiaccio marino in estate si verificherebbe una volta ogni secolo con un riscaldamento globale di 1,5° C. Invece, con un aumento delle temperature di 2°C avrebbe luogo ogni decennio.

Le barriere coralline, già gravemente minacciate, diminuirebbero del 70-90% con un riscaldamento globale di 1,5 ° C, mentre verrebbero praticamente eliminate del tutto (> 99 percento) con un riscaldamento pari a 2° C.

“Il riscaldamento di 1,5° C o più aumenta il rischio associato a cambiamenti duraturi o irreversibili, come la perdita di alcuni ecosistemi”, ha detto Hans-Otto Pörtner, Co-Presidente dell’IPCC Working Group II.

È ancora possibile intervenire

Secondo Jim Skea, co-presidente del gruppo di lavoro IPCC III, limitare il riscaldamento a 1,5 ° C è possibile secondo le leggi della chimica e della fisica, ma farlo richiede cambiamenti senza precedenti.

La buona notizia è che alcune azioni necessarie a limitare il riscaldamento globale a 1,5 ° C sono già in corso in tutto il mondo, ma dovrebbero accelerare.

Contenere il riscaldamento globale a 1,5° C rispetto ai 2° C offrirebbe innumerevoli vantaggi anche all’uomo, riducendo gli impatti sulla salute umana e sul benessere e rendendo più facile il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Ma sono necessarie transizioni “rapide e di ampia portata” nei settori energia, industria, edifici, trasporti e città.

Limitare le emissioni

Il passo principale è la riduzione delle emissioni inquinanti. Quelle di CO2 causate dall’uomo dovrebbero diminuire di circa il 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030, raggiungendo lo zero netto intorno al 2050. Ciò significa che eventuali emissioni residue dovranno essere compensate rimuovendo CO2 dall’aria.

Per Debra Roberts, co-presidente del gruppo di lavoro IPCC II

“questo rapporto fornisce ai responsabili politici e ai professionisti le informazioni di cui hanno bisogno per prendere decisioni che affrontino i cambiamenti climatici tenendo conto del contesto locale e delle esigenze delle persone.i I prossimi anni sono probabilmente i più importanti della nostra storia”.

Costa: “Obiettivi più ambiziosi”

L’accordo di Parigi adottato da 195 nazioni alla 21a Conferenza delle parti dell’UNFCCC nel dicembre 2015 prevedeva il rafforzamento della risposta globale alla minaccia del cambiamento climatico “mantenendo l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2° C rispetto ai livelli preindustriali e proseguendo gli sforzi per limitare l’aumento della temperatura a 1,5° C”.

Ma a margine della presentazione della relazione dell’IPCC, il Ministro dell’ambiente Sergio Costa, ha tuonato su Twitter. A suo avviso, l’accordo di Parigi non basta a salvare il pianeta.

Gli effetti del riscaldamento globale, d’altra parte, sono già sotto gli occhi di tutti.

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Francesca Mancuso

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