Una spessa coltre di smog ha circondato il Taj Mahal dopo la celebrazione del Festival Diwali. Il livello di inquinamento è alle stelle.
Il Taji Mahal scompare dietro una densa coltre di smog: le conseguenze sulla qualità dell’aria del festival Diwali sono disastrose.
In India tra ottobre e novembre ricorre la festività di Diwali, una celebrazione dedicata alla luce, intesa sia in senso fisico che spirituale. Ciò che spesso non viene raccontato, purtroppo, è il massiccio inquinamento atmosferico provocato dai festeggiamenti.
(Leggi anche: Diwali: le origini e il significato della festa indiana che celebra la luce)
Nei giorni immediatamente successivi al festival, appena concluso, l’Indice di qualità dell’aria è stato segnalato come “grave” a Delhi e in diverse altre località nell’Uttar Pradesh occidentale. Inoltre, dati i livelli di inquinamento, una delle Meraviglie del Mondo, il Taj Mahal di Agra, attualmente è circondato da una fitta nube inquinante.
L’ambientalista locale Vimlendu Jha ha dichiarato:
La situazione è completamente deteriorata…Dopo il Diwali abbiamo visto come il divieto di sparare fuochi d’artificio e petardi è stato violato e che la combustione delle stoppie in Haryana e Punjab si è intensificata. La situazione nel nord dell’India, non solo a Delhi, sta diventando estremamente grave.
Purtroppo, durante il festival, tantissime persone hanno ignorato il divieto di utilizzare i fuochi d’artificio e migliaia di agricoltori hanno bruciato le stoppie, per preparare i loro campi al prossimo raccolto. A denunciare l’accaduto è il SAFAR (System of Air), che in India si occupa del monitoraggio della qualità dell’aria. Ad Agra, il 6 novembre, appena un giorno dopo Diwali, l’Indice di qualità dell’aria è salito 150 tacche in più rispetto al giorno precedente. L’Indice registrato a Nuova Delhi è di 456 su una scala di 500.
Come misura di emergenza, abbiamo iniziato a spruzzare acqua sulle strade con l’aiuto di serbatoi per ridurre il livello di inquinamento atmosferico.
ha spiegato il ministro dell’ambiente, Gopal Rai.
In India di registrano i peggiori livelli di inquinamento atmosferico del mondo. Sede di 22 delle 30 città più inquinate del globo, l’aria tossica qui uccide più di un milione di persone ogni anno.
La nube velenosa che ricopre le città dell’India contiene spesso livelli pericolosamente alti di particolato fine, noto come PM2.5. Questi inquinanti sono stati collegati a malattie polmonari e cardiache. Non solo, queste sostanze sono note per compromettere le funzioni cognitive e il sistema immunitario. L’inquinamento atmosferico da PM2.5 ha causato circa 54.000 morti premature a Nuova Delhi nel 2020, secondo l’analisi di Greenpeace nel sud-est asiatico.
Anche l’inquinamento atmosferico contribuisce ad incrementare la crisi climatica. Un componente importante del PM2.5 è il carbonio nero e ridurlo potrebbe aiutare a rallentare il riscaldamento globale.
Purtroppo, le promesse da parte del Governo indiano non sono rassicuranti. Il premier Narendra Modi al G20 ha dichiarato che l’India raggiungerà l’obiettivo delle emissioni zero nel 2070, sottolineando che l’economia indiana oggi dipende in gran parte dal carbone.
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