Inquinamento: al via la causa collettiva per tutelare la salute dei cittadini. Come unirti

Da anni, parecchie città italiane superano i limiti giornalieri di PM10. Da anni, sono praticamente fuorilegge una miriade di centri urbani anche per i livelli di PM2.5 e di NO2. Senza soluzione di continuità, i tassi di inquinamento atmosferico in molte delle nostre città sono alle stelle e ancora troppo lontani dai limiti normativi, più stringenti, previsti per il 2030. Eppure, noi avremmo il sacrosanto diritto di vivere in un ambiente salubre

Polveri sottili e biossido di azoto in un miscuglio, anche mortale, che avvolge le nostre città. C’è una cappa che ci invade e ci opprime ed è quella concentrazione di fattori inquinanti ben superiore alle soglie di sicurezza sanitaria fissate dall’Organizzazione mondiale della Sanità già 18 anni or sono.

Era il 2005, infatti, quando la prima revisione dell’OMS abbassò i limiti per le polveri sottili (PM10 e PM2.5), l’ozono (O3), il biossido di azoto (NO2), il biossido di zolfo (SO2) e il monossido di carbonio (CO). Nel 2021, poi, la stessa agenzia dell’ONU aggiornò le linee guida sulla qualità dell’aria e dimezzò il valore soglia per la tutela della salute attribuito alle polveri sottili PM 2.5, passando da una media/anno di 10 a 5 microgrammi/metrocubo, riducendo di un terzo quello delle PM 10, da 20 a 15 microgrammi/metrocubo.

Interventi incisivi? Non sembra, se si considera che – secondo gli esperti SIMA, la Società Italiana di Medicina Ambientale – circa l’81% della popolazione respira un’aria con una concentrazione di polveri sottili superiore ai limiti di sicurezza.

Sono questi i dati che emergono dall’evento “Liberi di Respirare”, organizzato da Consulcesi Group e da cui emerge un dato preoccupante: la rete di monitoraggio della qualità dell’aria distribuita in tutte le nostre Regioni è tarata su limiti di legge, fissati dall’attuale direttiva europea sulla qualità dell’aria in corso di revisione, e ad oggi risultano 3 volte superiori alle soglie protettive per la nostra salute.

I tre inquinanti principali

Si tratta di particolato (PM), biossido di azoto (NO2) e di ozono a livello del suolo (O3) e sono quelli che causano il danno maggiore.

Secondo un’analisi della Aea, l’Agenzia europea per l’ambiente, il particolato fine (PM2,5) da solo ha causato circa 412mila decessi prematuri in 41 Paesi europei nel 2016. Circa 374mila di questi decessi si sono verificati nell’Unione europea.

Oltre a danneggiare la salute e ridurre l’aspettativa di vita, la scarsa qualità dell’aria causa perdite economiche, costi sanitari più elevati, rendimenti ridotti da agricoltura e silvicoltura e minore produttività del lavoro. E riguardo alla nostra salute? Quali sono i danni?

cosa respiriamo

I rischi dell’inquinamento atmosferico sulla nostra salute

A spiegare i danni dell’inquinamento atmosferico è l’epidemiologo Prisco Piscitelli e Vicepresidente Sima, secondo cui per ogni incremento di 10 microgrammi su metro cubo delle concentrazioni medie annuali di polveri sottili si registra un aumento della mortalità generale per tutte le cause pari al 7%.

Nello specifico, la mortalità per le malattie cardiovascolari o cause respiratorie aumenta del 10%, mentre l’incidenza di infarti sale del 26%. Appena più modesto (se così si può dire) del 7% in più, è l’aumento di mortalità legato ad ogni incremento di 10 microgrammi su metro cubo di biossido d’azoto (NO2). Ma non solo: pare anche che all’aumentare della concentrazione delle polveri sottili aumenti anche il rischio di demenze e disturbi del neuro sviluppo.

Il problema è tanto più grave dal momento che non ci si può difendere dall’aria che si respira ed è possibile registrare incrementi anche più alti di 10 microgrammi su metro cubo in alcune zone d’Europa come la Pianura Padana, espressamente citata ad esempio di criticità nell’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria da parte dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, commenta Piscitelli.

Ricapitolando, quindi, i danni di quella che è una vera e propria emergenza per la salute pubblica mondiale sono direttamente riconducibili a:

  • morti precoci
  • aumento accessi ospedalieri
  • malattie cardiovascolari
  • aritmie cardiache
  • malattie polmonari
  • cancro
  • infarto
  • effetti subclinici, come deficit della funzione polmonare e infiammazioni

Come intervenire allora?

La Mitigation Action

Va decisamente sul tecnico Alessandro Miani, Presidente SIMA, che propone l’avvio di una “Mitigation Action” su larga scala.

È necessario un grande piano di azione per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico, partendo dalla Pianura Padana, che presenta delle forti criticità, espressamente evidenziate dall’ultimo rapporto sulla Qualità dell’Aria dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, commenta Miani.

Quello che si può fare secondo i tecnici, insomma, è avviare nell’immediato alcuni interventi basati sull’utilizzo di coating fotocatalitici trasparenti al biossido di titanio a base etanolo, che sarebbero in grado di ridurre gli inquinanti dell’aria in sottoprodotti innocui per la salute umana, su superfici murarie e vetrate degli edifici pubblici e privati.

Non prima, però, di aver implementato una volta per tutte e in maniera definitiva il verde urbano e peri-urbano. Perché? Il motivo è presto detto: non tutti sanno che, all’aumentare dell’altezza degli edifici e della quantità di asfalto in città, cresce quello che è chiamato “effetto canyon”, a causa del quale l’energia del sole viene intrappolata in veri e proprio cunicoli urbani e ceduta sotto forma di calore peggiorando la qualità della vita dei cittadini. Piantando alberi nelle città, invece, è possibile moderare l’effetto canyon causato dalla copertura del suolo e diminuire anche drasticamente la temperatura di 2-3 gradi. In più, parecchi studi hanno dimostrato che la natura e un arredo urbano colorato e ben curato possono aumentare le relazioni sociali e influire sulla felicità.

Un ulteriore possibile percorso operativo è quello di rimodulare gli interventi del PNRR fermando i finanziamenti a pioggia ad una molteplicità di micro-progetti per puntare con decisione su interventi strutturali per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici, concentrando ogni risorsa su grandi investimenti pubblici per le energie rinnovabili e la sostituzione dei riscaldamenti domestici, maggiori responsabili delle emissioni di polveri sottili in atmosfera, in modo da avere ricadute durature e positive sulla nostra salute, conclude Miani.

L’appello

Sulla base di questi dati, Eduardo Missoni, Professore di Global Health SDA-Bocconi lancia un appello:

Siamo di fronte ad una emergenza con un enorme impatto a breve e lungo termine: ciò richiede il massimo sforzo possibile […] puntando progressivamente ad un vero e proprio cambio di paradigma rispetto all’attuale modello di sviluppo socio-economico. Chiediamo all’Europa e agli Stati membri di recepire quanto meno le Linee Guida OMS 2021 nella nuova Direttiva sulla qualità dell’aria a tutela della salute pubblica. La riduzione dell’inquinamento atmosferico richiede un’azione immediata.

Facciamo causa collettiva, come unirti

Un’azione legale per difendere il nostro diritto a un ambiente salubre! Così Consulcesi lania la nuova iniziativa legale “Aria Pulita”, proprio per difendere e tutelare la salute dei cittadini. Parte così la più grande azione collettiva rivolta a tutti i cittadini che vogliono un pianeta più sano.

L’azione legale ha lo scopo di accertare la violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre, con conseguente richiesta di risarcimento del danno, in favore dei residenti delle zone in cui è stato accertato il superamento dei limiti delle particelle inquinanti contenute nell’aria ambiente, spiega l’Avvocato Marco Tortorella di Consulcesi.

Come funziona

I cittadini che possono aderire alla nuova iniziativa legale sono tutti i residenti delle zone dove si sono verificate le violazioni, a prescindere dall’aver subìto un danno alla salute.

Basterà dimostrare la propria residenza per almeno 1 anno nel periodo compreso tra il 2008 e il 2018, lo stesso per il quale la Corte di Giustizia Europea ha accertato la violazione dei limiti, in uno o più dei territori coinvolti. In totale, Consulcesi stima che siano 3.384 i Comuni italiani compresi nelle violazioni accertate dall’Europa per un totale di più di 40 milioni di residenti.

Basta andare sul sito di Aria Pulita e verificare se il tuo è un Comune in cui i livelli di inquinamento dell’aria non rientrano nei parametri previsti dalla Direttiva Europea n. 2008/50/CE. Se così fosse, potresti poi registrarti al sito e aderire all’iniziativa collettiva.

Tuteliamo tutti insieme il nostro diritto a respirare!

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