La Conferenza, in corso a Lisbona fino all'1 luglio, vuole mobilitare la comunità internazionale per trovare soluzioni sostenibili per salvaguardare gli ecosistemi marini. E quello che è emerso già dal primo giorno di lavoro non è per niente confortante
Dall’innalzamento di mari all’acidificazione degli oceani passando attraverso l’inquinamento da plastica, il nostro Pianeta deve affrontare (anche) una “emergenza oceanica“. È quanto emerge subito, al primo giorno della Conferenza dell’ONU sull’Oceano.
La conferenza, il cui motto è quest’anno “conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine” e che si terrà a Lisbona fino venerdì 1 luglio, è un incontro internazionale ospitato dai governi del Kenya e del Portogallo con l’obiettivo di sviluppare modi per utilizzare la scienza e l’innovazione per proteggere gli Oceani del mondo.
L’oceano ci collega tutti, ma poiché abbiamo dato per scontato l’oceano, oggi dobbiamo affrontare una “emergenza oceanica” e la marea deve essere invertita. La nostra incapacità di prenderci cura dell’oceano avrà effetti a catena sull’intera Agenda 2030, così il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, che ha sottolineato come sia urgente affrontare l’emergenza oceanica per invertire la rotta.
Già al Forum della Gioventù e dell’Innovazione a Carcavelos, Guterres aveva chiesto pubblicamente scusa a nome della sua generazione per lo stato in cui hanno lasciato ai giovani i mari e per il problema del clima. Una inazione, infatti, che rischia seriamente di mettere in pericolo la salute nostra e quella dell’ambiente-.
La prima Ocean Conference Onu di 5 anni fa a New York, i delegati avevano chiesto di invertire il declino della salute degli oceani e secondo Guterres:
Da allora, sono stati compiuti alcuni progressi, con la negoziazione di nuovi trattati per affrontare la crisi globale dei rifiuti di plastica che sta soffocando gli oceani e i progressi della scienza, in linea con l’United Nations Decade of Ocean Science for Sustainable Development (2021-2030). Ma non facciamoci illusioni. Molto di più deve essere fatto da tutti noi insieme.
Cosa fare per salvare gli Oceani?
Il capo dell’Onu delinea 4 raccomandazioni chiave:
Investire in economie oceaniche sostenibili per il cibo, le energie rinnovabili e i mezzi di sussistenza, con finanziamenti a lungo termine.
La gestione sostenibile degli oceani potrebbe aiutare l’oceano a produrre fino a 6i volte più cibo e generare 40 volte più energia rinnovabile di quanto non faccia attualmente, ha affermato il Segretario generale delle Nazioni Unite.
Replicare il successo oceanico
L’oceano deve diventare un modello su come possiamo gestire i beni comuni globali per il nostro bene superiore e questo significa prevenire e ridurre l’inquinamento marino di ogni tipo, sia terrestre che marittimo. Questo comporterebbe l’intensificazione di efficaci misure di conservazione basate sulle aree marine protette e la gestione integrata delle zone costiere.
Proteggere le persone.
Guterres chiede a proposito una maggiore protezione degli oceani e delle persone le cui vite e mezzi di sussistenza dipendono da essi, affrontando il cambiamento climatico e investendo in infrastrutture costiere.
Lo shipping dovrebbe impegnarsi ad essere a emissioni net zero entro il 2050 e a presentare piani credibili per attuare questi impegni. E dovremmo investire di più nel ripristino e nella conservazione degli ecosistemi costieri, come le mangrovie, le zone umide e le barriere coralline.
Guterres ha poi invitato tutti gli Stati membri dell’Onu a partecipare a “Early warning system”, un’iniziativa lanciata di recente per raggiungere l’obiettivo della copertura completa del sistema di allerta precoce nei prossimi 5 anni.
Più scienza e innovazione. Che serviranno per spingerci verso un nuovo capitolo dell’azione oceanica globale.
Invito tutti ad aderire all’obiettivo di mappare l’80% dei fondali marini entro il 2030 – conclude Guterres. Incoraggio il settore privato a partecipare a partnership che supportano la ricerca oceanica e la gestione sostenibile. Ed esorto i governi ad aumentare il loro livello di ambizione per il recupero della salute degli oceani».
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Fonte: UN Ocean Conference
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