Da oltre dieci anni gli indigeni peruviani difendono l’Amazzonia con tutti i mezzi a loro disposizione.
La foresta amazzonica nella zona di Tikuna subisce infatti continui attacchi da parte di taglialegna e trafficanti di droga che abbattono alberi e appiccano incendi per fare spazio alle coltivazioni di coca: un disboscamento illegale che mette in serio pericolo le generazioni future.
Grazie a un progetto della Ong Rainforest Foundation, gli indigeni sono stati equipaggiati con nuove tecnologie così Artemio, Pablo e altri nativi di Tikuna oggi possono combattere l’emergenza monitorando continuamente la foresta grazie a telefoni cellulari, GPS e droni.
Con le nuove tecnologie gli indigeni possono tenere sotto controllo le attività illegali che avvengono nel loro territorio e dare l’allarme alle autorità appena viene rilevato l’abbattimento di alberi nella foresta.
Gli abitanti di Tikuna stanno combattendo gli stessi coltivatori per cui un tempo lavoravano, e hanno deciso di stare dalla parte della foresta dopo aver preso coscienza che il narcotraffico stava distruggendo la loro casa pezzo dopo pezzo.
Purtroppo la loro attività di sorveglianza costa loro continue minacce di morte e le autorità spesso non danno seguito alle loro segnalazioni. Ma loro non si arrendono: continuano a impegnarsi per difendere e proteggere la foresta e a chiedere al governo azioni concrete per combattere la deforestazione illegale.
Leggi anche:
- La realtà virtuale ci fa andare in Amazzonia, a vedere con i nostri occhi quanta foresta abbiamo distrutto
- Amazzonia: uccisi Maxciel e Diana, altri due difensori dell’ambiente e delle popolazioni indigene
- Amazzonia: dalla multa inflitta a una compagnia petrolifera, 1 miliardo di reais per tutelare e proteggere la foresta
Tatiana Maselli