Columbus Day: salviamo gli ultimi Kawahiva, tribù incontattata dell’Amazzonia (PETIZIONE e VIDEO)

Oggi ricorre il Columbus Day, l’anniversario dello sbarco di Cristoforo Colombo in America: una data che segna l’inizio della conquista di un intero continente, con l'incontro-scontro dei colonizzatori europei con popolazioni indigene fino ad allora sconosciute. Approfittiamo della ricorrenza per ricordare anche queste civiltà dimenticate, tanto distanti da noi, che hanno dovuto lottare per sopravvivere e che, in alcuni casi, devono farlo ancora oggi.

Oggi ricorre il Columbus Day, l’anniversario dello sbarco di Cristoforo Colombo in America: una data che segna l’inizio della conquista di un intero continente, con l’incontro-scontro dei colonizzatori europei con popolazioni indigene fino ad allora sconosciute. Approfittiamo della ricorrenza per ricordare anche queste civiltà dimenticate, tanto distanti da noi, che hanno dovuto lottare per sopravvivere e che, in alcuni casi, devono farlo ancora oggi.

Mentre negli Stati Uniti si è aperto un dibattito sull’opportunità di sostituire la festività del Columbus Day con una giornata che celebri gli indigeni, quei Nativi Americani che sono stati uccisi o spogliati di terre e tradizioni dallo sbarco degli europei, Survival International ha scelto questa data simbolica per lanciare la sua campagna a favore dei Kawahiva, una piccola tribù amazzonica che non intrattiene contatti con il mondo esterno e la cui sopravvivenza è minacciata da taglialegna illegali, minatori, speculatori e allevatori.

Siamo in Brasile, nello stato del Mato Grosso, che registra il tasso di deforestazione illegale più elevato del Paese. I Kawahiva sono un popolo non molto numeroso di cacciatori e raccoglitori che, a causa della presenza di intrusi nella foresta, ha adottato negli ultimi decenni uno stile di vita nomade.

È molto probabile che molti membri della tribù siano stati uccisi nel corso degli anni da persone penetrate nel loro territorio per disboscare e appropriarsi delle risorse naturali, mentre altri decessi sono ricollegabili a patologie introdotte dall’esterno, come l’influenza o il morbillo, verso le quali i Kawahiva non hanno difese immunitarie.

La tribù ha fatto capire di voler continuare a rimanere isolata, nella terra che abita da sempre, ma le continue incursioni da parte dei taglialegna armati la costringono a sopravvivere in un continuo stato di accerchiamento e rendono il rischio di estinzione sempre più verosimile. L’unica possibilità di salvezza per i Kawahiva è che il loro territorio venga mappato e protetto come “territorio indigeno”, cosa che sarebbe dovuta accadere entro il 1993, ma che non è ancora avvenuta.

Da qui, la campagna di Survival per spingere il Governo brasiliano a tutelare l’area geografica in cui la tribù vive, nota come Rio Pardo.

“Se l’opinione pubblica non riuscirà a convincere il Ministro della Giustizia ad agire al più presto, i Kawahiva saranno sterminati e noi assisteremo all’estinzione di un’altra tribù.” – è il commento di Stephen Corry, Direttore di Survival“Non possiamo permettere che accada. La sopravvivenza dei Kawahiva ci arricchisce tutti. Non solo perché ci offrono un’interpretazione unica dell’esistenza umana, ma anche perché difendere i loro diritti territoriali significa garantire il futuro dell’Amazzonia.

E, aggiungiamo noi, garantire il futuro dell’Amazzonia significa tutelare quello dell’intero Pianeta.

Per mandare una mail al Ministro della Giustizia del Brasile e chiedere un futuro per i Kawahiva clicca qui

Lisa Vagnozzi

Photo Credits

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