Incidente nucleare in Russia. Venerdì 18 dicembre nella centrale atomica Leningrad, che si trova nella cittadina di Sosnovy Bor, un guasto ha provocato una perdita di materiale radioattivo. E ancora una volta, come spesso accade, nessuno o quasi ne ha parlato. Eppure la nube si è già spostata verso i paesi baltici e oltre
Incidente nucleare in Russia. Venerdì 18 dicembre nella centrale atomica Leningrad, che si trova nella cittadina di Sosnovy Bor, un guasto ha provocato una perdita di materiale radioattivo. E ancora una volta, come spesso accade, nessuno o quasi ne ha parlato. Eppure la nube si è già spostata verso i paesi baltici e oltre.
Leningrado è uno dei maggiori produttori di energia elettrica della Russia nord-occidentale ed è situata a circa 70 km da San Pietroburgo. La centrale ospita 4 reattori nucleari RBMK con una capacità di 1.000 MW. Il nome forse suggerisce poco ma si tratta della stessa tipologia usata dall’impianto di Chernobyl, tristemente noto per il gravissimo disastro del 1986.
“Il reattore è disattivato, è in uno stato subcritico in conformità con i regolamenti per le unità di raffreddamento e per eliminare il difetto” ha fatto sapere Vladimir Pereguda, direttore del Leningrad Nuclear Power Plant.
Il reattore 2, al lavoro da 40 anni, è stato dunque fermato mentre gli altri tre hanno continuato a lavorare regolarmente. Il guasto avrebbe riguardato il collettore della pompa di alimentazione.
Alcuni testimoni oculari hanno postato sul web le foto della nuvola di veleni che nel giro di qualche ora ha ricoperto la foresta di pini. Secondo gli specialisti, la perdita ha riguardato materiale radioattivo, perché il cosiddetto “ciclo refrigerante” del reattore entra nel vapore di scarico. E il vento avrebbe addirittura spinto la nube verso l’Estonia e la Finlandia.
#Imatra #Finland might have been under risk of contamination from Fri. reported #nuclear accident #Leningrad #Russia pic.twitter.com/kA26ZiEAuT
— Roman White (@RomanWhite1) 19 dicembre 2015
A poco sono valse le rassicurazioni di Periguda, secondo cui la situazione è sotto controllo. A sua volta, l’amministrazione della città di Sosnovy Bor ha invitato la popolazione a non farsi prendere dal panico.
La notizia infatti ha allarmato i residenti. Alcuni hanno lasciato la città, mentre le farmacie sono state prese d’assalto: esaurite le riserve di iodio.
Sergey Yermakov: Revolution or Chernobyl! https://t.co/Bi7olzvzFC pic.twitter.com/tkkxhQSbrl
— The Russian Reader (@readingrussian) 19 dicembre 2015
Gli specialisti ambientali hanno confermato che i livelli di radioattività di Sosnovy Bor sono normali, ma non perché non ci sia stata la fuga radioattiva nell’impianto. La ragione è che, al momento dell’incidente, il vento non ha spinto le particelle verso la città ma verso il Golfo di Finlandia.
Oleg Bodrov, a capo del gruppo Green World, ha raccontato di non essere sorpreso del fatto che la gente che vive vicino all’impianto non abbia creduto ai rapporti ufficiali:
“Sanno che è importante per i burocrati segnalare che tutto sia in ordine e non di avvisare dei pericoli, indipendentemente dal fatto che esistano o no”.
Al momento non si sa molto altro. La nube radioattiva potrebbe essere già arrivata in Finlandia visto che la fuga è stata scoperta venerdì.
Nonostante ciò, nessuno (o quasi) ne parla. Cosa sta succedendo?
Francesca Mancuso
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