Incidente nucleare in Russia: i siti di monitoraggio delle radiazioni ‘silenziati’ subito dopo l’esplosione

Dopo l'incidente nucleare avvenuto in Russia, i siti di monitoraggio hanno misteriosamente perso i contatti e si sospetta che non sia stato un caso.

Dopo l’incidente nucleare avvenuto in Russia, le stazioni di monitoraggio  delle radiazioni hanno misteriosamente perso i contatti e si sospetta che non sia stato un caso. Le interruzioni subito dopo l’esplosione del missile stanno provocando preoccupazione da parte degli esperti secondo i quali la Russia starebbe cercando di limitare le prove.

Se ne parla da giorni dell’esplosione avvenuta in Russia nella regione settentrionale di Arkhangelsk, incidente che avrebbe causato un considerevole aumento delle radiazioni registrate fino in Norvegia e “stranamente” non rilevato dai siti di monitoraggio nucleari di Kirov e Dubna.

Questi ultimi avevano problemi di comunicazione e di rete, stando alle dichiarazioni di Lassina Zerbo rilasciate al Wall Street Journal, capo dell’organizzazione completa del Trattato sul divieto di test nucleari. Problemi iniziati proprio dopo l’esplosione, che gli avrebbero impedito di rilevare le radiazioni, nonostante l’agenzia di monitoraggio Roshydromet avesse evidenziato un aumento delle stesse a circa 40 km di distanza dal sito colpito.

Esperti nel controllo delle armi hanno affermato che il problema del monitoraggio potrebbe essere una scusa per omettere la verità e nascondere, al tempo stesso, le prove di un test proibito sulle armi nucleari. A tal proposito Daryl Kimball, direttore esecutivo della Arms Control Association, organizzazione non governativa che controlla gli armamenti, ha affermato al Wall Street Journal, che si tratta di una coincidenza alquanto strana il fatto che le stazioni citate abbiano smesso di inviare dati subito dopo l’incidente.

Altre stazioni di monitoraggio come quella CTBTO di Vienna, trattato internazionale, il CTBTO, che vieta i test nucleari, firmato da 184 paesi e ratificato da 168 paesi fra cui la Russia, hanno rilevato senza interruzioni l’esplosione, così come la stazione a infrasound, in grado di registrare le onde ultrabasse, situata in Norvegia, a circa 1.030 km dall’esplosione. Il fatto che le stazioni russe siano state invece silenziate fa supporre che il paese esegua test nucleari vietati e che, ovviamente, non voglia farsi scoprire.

Fra l’altro, come riportato dal Wall Street Journal, il tenente generale Robert Ashley, direttore della Defense Intelligence Agency, a maggio aveva affermato che la Russia stava probabilmente violando il trattato, essendo coinvolta in test nucleari proibiti.

Per quanto riguarda le dichiarazioni delle autorità russe, se l’esercito inizialmente avesse negato la presenza di radiazioni, alcuni rappresentanti dell’agenzia russa per l’energia nucleare Rosatom, intervistati durante una trasmissione del canale 16 di Sarov, hanno ammesso la natura nucleare dell’esplosione solo dopo alcuni giorni dall’incidente, sottolineando però che si è trattato di un picco momentaneo, durato circa un’ora, senza conseguenze.

La stessa agenzia ha affermato che nell’esplosione è stata coinvolta una fonte di energia isotopica in un sistema di propulsione liquido. Secondo le ipotesi degli esperti questo significherebbe che i russi stanno lavorando a un tipo di missile a lungo raggio alimentato a energia nucleare. E potrebbe trattarsi del missile da crociera Burevestnik, secondo quanto dichiarato da Trump.

Insomma, un vero mistero alimentato non solo dalle vaghe e fuorvianti dichiarazioni rilasciate dalle autorità russe, ma anche dalla corsa allo iodio avvenuta subito dopo l’esplosione. I residenti hanno infatti fatto scorta di questo elemento, come testimoniato dalle farmacie locali, usato per ridurre i sintomi causati dall’esposizione alle radiazioni.

Qualcuno addirittura parla di un incidente grave quasi come Chernobyl, considerato che anche allora molte verità vennero tenute nascoste a lungo. Ci auguriamo che non passi troppo tempo prima che la verità venga a galla e che, nel frattempo, a pagare non debbano essere sempre gli innocenti.

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Laura De Rosa

Photo Credit: Foxnews

 

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