L’intensità degli incendi estivi ha fatto registrare le più alte emissioni di carbonio totali nei mesi di luglio e agosto.
L’intensità degli incendi ha fatto registrare le più alte emissioni di carbonio totali nei mesi di luglio e agosto
Gli incendi di questa estate non potevano non lasciare un segno: la loro persistenza e la loro intensità sono state tali da far registrare le più alte emissioni totali nei mesi di luglio e agosto.
È quanto emerge da un nuovo monitoraggio condotto dagli scienziati di Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) proprio sulla stagione estiva degli incendi, che ha avuto forti implicazioni per molti Paesi dell’emisfero settentrionale e che hanno causato proprio emissioni di carbonio da record.
Gli studiosi hanno utilizzato le osservazioni satellitari degli incendi attivi quasi in tempo reale, hanno stimato le emissioni e prevusto l’impatto dell’inquinamento atmosferico che ne deriva. Osservazioni che forniscono una misura delle emissioni provocate dagli incendi e ciò che emerge non è affatto rassicurante:
- condizioni di siccità e ondate di calore nel Mediterraneo hanno contribuito a creare hotspot di incendi, alcuni dei quali si sono sviluppati nella regione, in modo intenso e rapido, creando grandi quantità di inquinamento provocato da fumo
- luglio è stato un mese da record a livello globale con emissioni pari a 1258.8 megatonnellate di CO2. Più di metà della anidride carbonica è stata attribuita a incendi nel Nord America e Siberia
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- Sanche agosto è stato un mese da record per gli incendi, con emissioni di CO2 stimate di 1384.6 megatonnellate a livello globale
- gli incendi artici hanno rilasciato 66 megatonnellate di CO2 tra giugno e agosto 2021.
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- le emissioni stimate di CO2 causate dagli incendi sul tutto il territorio russo, da giugno ad agosto, ammontano a 970 megatonnellate, con la Repubblica di Sakha e Chukotka che contano 806 megatonnellate
Inoltre, secondo quanto analizzato da Copernicus, durante questa estate di incendi, le regioni più colpite sono state:
Il Mediterraneo
Molti paesi del Mediterraneo orientale e centrale hanno sofferto gli effetti di incendi intensi durante i mesi di luglio e agosto, con nubi di fumo visibili nelle immagini satellitari, così come nelle analisi e previsioni CAMS per la zona del bacino Mediterraneo. Mentre il sud-est europeo ha vissuto condizioni di ondate di calore prolungate, i dati hanno mostrato una intensità giornaliera degli incendi che ha raggiunto i suoi più alti livelli dal 2003, come da dataset GFAS. In seguito agli incendi in Turchia, altri Paesi della regione, come Grecia, Italia, Albania, Nord Macedonia, Algeria e Tunisia, sono stati colpiti da incendi devastanti.
Ad agosto, gli incendi hanno interessato anche la Penisola Iberica e a est di Algeri, nel nord dell’Algeria, dove le previsioni del CAMS GFAS hanno mostrato alte concentrazioni superficiali dell’inquinante particolato fine PM2.5:
La Siberia
Nella Repubblica di Sakha, nel nord-est della Siberia, dove il verificarsi di un certo grado di attività di incendi non è insolito, il 2021 è stato comunque un anno anomalo, sia per l’entità degli incendi, che per la persistenza di fiamme di forte intensità dall’inizio di giugno. Il 3 agosto, è stato stabilito un nuovo record di emissioni nella regione e le emissioni si sono duplicate rispetto al periodo giugno-agosto precedente. Inoltre, l’intensità giornaliera degli incendi ha raggiunto livelli superiori alla media da giugno e ha cominciato ad attenuarsi solo ad inizio settembre.
Il Nord America
Incendi su larga scala sono divampati nelle regioni occidentali del Nord America per tutti luglio e agosto, colpendo diverse province canadesi, il nord-ovest del Pacifico e la California. Il cosiddetto Dixie Fire che ha imperversato nel nord della California è ora uno dei più grandi mai registrati nella storia del Paese.
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L’inquinamento risultante dalla persistente e intensa attività degli incendi ha influenzato la qualità dell’aria per migliaia di persone nella regione. Le previsioni globali CAMS hanno anche evidenziato una miscela di fumo provocata dalla lunga durata degli incendi in Siberia e in Nord America e attraverso l’Atlantico.
Per tutta la durata della stagione estiva, abbiamo monitorato l’attività degli incendi nell’emisfero settentrionale. Ciò che si è distinto come insolito è stato il numero di incendi, la dimensione delle aree in cui divampavano, la loro intensità e anche la loro persistenza. […] È preoccupante che le condizioni regionali più secche e calde – a causa del riscaldamento globale – intensifichino l’infiammabilità della vegetazione, aumentando il rischio di incendio. Questo ha portato ad incendi molto intensi, sviluppatisi rapidamente. Mentre le condizioni meteorologiche locali giocano un ruolo nel comportamento reale degli incendi, il cambiamento climatico sta contribuendo a fornire le condizioni ideali per il propagarsi di incendi. Sono previsti altri incendi in tutto il mondo anche nelle prossime settimane, mentre la stagione degli incendi in Amazzonia e in Sud America continua ad evolversi, ha concluso Mark Parrington, Senior Scientist e wildfire expert presso ECMWF Copernicus Atmosphere Monitoring Service.
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Fonte: CAMS
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