In Italia è a rischio il completamento della Carta geologica: non sapremo dove ci sono i pericoli idrogeologici più grandi

Mentre approva nuove concessioni per aumentare l’estrazione di gas nelle acque del Mar Adriatico, il Governo appena insediato chiude i rubinetti all’ISPRA e alla sua funzione di organo cartografico che rileva, aggiorna e pubblica la Carta Geologica d’Italia a varie scale

Serve a conoscere il suolo e il sottosuolo e a prevenire e a contenere i disastri, eppure la Carta Geologica d’Italia (CARG) non verrà completata perché non avrà più fondi.

È l’allarme lanciato dall’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che annuncia laconico: con le risorse destinate all’annualità 2022 si esaurirà il finanziamento dedicato al Progetto CARG.

Una bella gatta da pelare, insomma, per un Paese come il nostro ad elevato rischio idrogeologico e in cui è costantemente necessaria una messa in sicurezza dei territori e una adeguata pianificazione urbanistica. E invece, si pensa a trivellare e al rigassificatore.

Ogni singolo foglio della CARG che viene realizzato dall’ISPRA con le Regioni, le Province autonome, le Università e il CNR, infatti, contiene preziose informazioni sulle risorse idriche, energetiche e minerarie, così come anche la descrizione delle aree più idonee allo stoccaggio delle scorie radioattive o alla progettazione di infrastrutture sicure.

Ma questa conoscenza è al momento solo parziale: per completare il lavoro mancano ancora 300 fogli geologici e quasi tutti i fogli geotematici. Un vero gap conoscitivo, quindi.

Quella a rischio non è una semplice carta colorata, ma un’importante infrastruttura di ricerca strategica per la Nazione, che oggi rappresenta lo strumento più completo per leggere il passato e il presente del nostro territorio, dicono dall’ISPRA.

La storia del Progetto CARG

La carta geologica è la rappresentazione cartografica delle informazioni acquisite durante un lungo lavoro sul terreno. Dal rilevamento del dato si passa all’analisi di laboratorio e alla successiva elaborazione. Le informazioni acquisite sono quindi trasferite sulla corrispondente base topografica affinché, attraverso l’utilizzo di simboli convenzionali, sia certa la posizione stratigrafica, l’età, le caratteristiche petrografiche delle formazioni geologiche investigate, in relazione alla genesi e ai rapporti con le rocce adiacenti.

Avviato alla fine degli anni ’80, il Progetto CARG, che prevede la realizzazione di 636 fogli geologici e geotematici alla scala 1:50.000 che compongono l’intero territorio nazionale, è stato finanziato con una certa regolarità fino al 2000 e sono stati realizzati ed informatizzati 281 fogli geologici (circa il 45% della copertura totale), 30 fogli geotematici e 6 fogli di geologia della piattaforma continentale adriatica alla scala 1:250.000.

progetto carg

©ISPRA

Dopo un periodo di assenza di finanziamenti di circa 20 anni, grazie alle risorse economiche rese disponibili dalle tre ultime Leggi di Bilancio, è stato possibile avviare tra il 2020 e il 2022 altri 67 fogli geologici e 6 Fogli geotematici e provvedere inoltre al potenziamento del numero del personale tra geologi rilevatori, biostratigrafi, geomorfologi, cartografi, informatici a supporto delle attività scientifiche previste per la realizzazione del Progetto e alla realizzazione diretta da parte del personale del Dipartimento per il Servizio Geologico d’Italia.

Ora tutto rischia di bloccarsi nuovamente. E pensare che nel nostro sottosuolo esistono non solo risorse idriche fondamentali, ma anche fonti rinnovabili in grado di produrre tutta l’energia di cui abbiamo bisogno.

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Fonte: ISPRA

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