Il mondo ha toccato il punto di ebollizione, siamo vicinissimi al punto di non ritorno

La confluenza della guerra in Europa, un peggioramento della crisi della fame, una pandemia in corso, la disuguaglianza alle stelle e il riscaldamento globale senza sosta hanno spinto il mondo a un "punto di ebollizione" che sta minacciando miliardi di vite e mezzi di sussistenza in tutto il mondo. L'Istituto per l'ambiente di Stoccolma ha lanciato un avvertimento urgente: siamo vicini al punto di non ritorno

Il mondo ha toccato il “punto di ebollizione” e l’umanità ha bisogno di ridefinire il suo rapporto con la natura se vuole affrontare le crisi, dall’aumento dei prezzi al caldo estremo passando per le inondazioni. Lo rivela un nuovo rapporto pubblicato prima di una storica conferenza delle Nazioni Unite.

Stockholm +50 è il nome della riunione delle Nazioni Unite che si terrà nella capitale svedese il 2 e il 3 giugno, esattamente 50 anni dopo la Conferenza dell’ONU sull’ambiente e sul clima del 1972. In vista del meeting, è stato presentato un nuovo rapporto svolto dal Stockholm Environment Institute (SEI) e dal Council on Energy Environment and Water.

“Guardando le prove scientifiche, viviamo in mezzo a crisi intrecciate: planetarie e umane”, si legge nel rapporto. “Le prove mostrano quanto il nostro benessere umano dipenda dai sistemi planetari che stiamo cambiando. I sistemi naturali che supportano la vita sulla Terra sono stati violati e i sistemi umani rimangono afflitti dalle disuguaglianze”.

Il report ripercorre le decisioni politiche, gli interventi per l’ambiente e le innovazioni tecnologiche che i governi di tutto il mondo hanno messo in atto in questo lasso temporale per contrastare la crisi climatica planetaria e combattere le disuguaglianze.

Allo stesso tempo fornisce ulteriori raccomandazioni e soluzioni, osservando più da vicino se gli impegni presi alla Conferenza del 1972 abbiano dato i frutti sperati.

Purtroppo non è così, poiché seppur siano stati fatti dei passi avanti, i risultati e gli obiettivi stabiliti 50 anni fa sono ancora lontani. Il report evidenzia tuttavia che gli strumenti in possesso dell’umanità consentono di invertire la rotta, ma è l’azione che manca.

“Dal 1972, solo un decimo circa delle centinaia di obiettivi globali in materia di ambiente e sviluppo sostenibile concordati dai paesi è stato raggiunto o ha visto progressi significativi; non è sufficiente”, tuona il nuovo rapporto. “Le conoscenze e i mezzi per risolvere i nostri problemi sono noti e disponibili; è l’implementazione a mancare.”

Le opportunità ci sono e il progresso scientifico e tecnologico globale lo dimostra. Anche le coscienze delle nuove generazioni sono molto sensibili al problema della crisi climatica. Ciò lascia sperare in una volontà di cambiamento che deve essere ascoltata ora dai leader mondiali.

L’umanità intera ha bisogno di ripensare completamente il proprio modo di vivere e di riallacciare i rapporti con la Natura anziché distruggerla. Il mondo è sul punto di ebollizione con temperature mai viste prima in ogni parte del Pianeta e bisogna agire ora prima che sia troppo tardi.

Cosa dice il rapporto Stockholm +50

Il nuovo rapporto ribadisce le azioni da intraprendere per un futuro migliore e più sicuro. Nello specifico raccomanda di:

  • ridefinire la relazione tra essere umano e Natura, introducendo nella formazione scolastica materie quali l’educazione sulla natura
  • integrare la natura in ogni città attraverso l’architettura green e infrastrutture sostenibili
  • garantire il benessere degli animali, proteggendo la fauna a rischio
  • cambiare il proprio stile di vita con una dieta più vegetale
  • investire nelle innovazioni, finanziando progetti e idee piuttosto che prodotti inquinanti
  • passare all’economia circolare in ogni settore
  • promuovere la sostenibilità

Se iniziassimo a seguire tutte queste indicazioni allora non avremmo bisogno di un Stockholm +100.

Fonte: Stockholm+50

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