In una palude delle Hawaii uno stagno è diventato improvvisamente rosa: cosa è successo? Nessuna contaminazione o alga tossica. Si tratta di uno dei tanti "effetti collaterali" della siccità
Stanno il giro del mondo le immagini di uno stagno che si trova in una palude dell’isola hawaiiana di Maui e che da fine ottobre è diventato improvvisamente rosa acceso. Lo strano fenomeno, che secondo quanti riferito dagli abitanti non si è mai verificato prima, ha lasciato perplessi autorità ed esperti.
🌸 Unveiling Keālia Pond National Wildlife Refuge's Nature Canvas: The Algal SuperbloomNature has painted Keālia Pond…
Posted by National Wildlife Refuge Association on Monday, November 13, 2023
A natural phenomenon turns Hawaiian pond’s color into bright pink. 😮 🩷📍Kealia Pond National Wildlife Refuge#PinkPond #mauihawaii #strangerthings #reallife
Posted by Den Austria on Sunday, November 12, 2023
Lo specchio d’acqua in questione sorge all’interno dell’area protetta Kealia Pond National Wildlife Refuge e da un paio di settimane sembra sia stato contaminato da vernice rosa Barbie o qualche altra sostanza artificiale.
Yup! Maui’s pink pond is real! It’s Maui’s color. 💕 The U.S. Fish and Wildlife Service at Keālia Pond National Wildlife Refuge: “It is not likely a toxic algae… It appears to be a single-celled organism called halobacteria. Halobacteria are salt-loving organisms found in high salinity water bodies.” Video by our HNN Maui team member Val Matsunaga. @hawaiinewsnow #pink #pinkpond #pinkwater #mauipink #akala
Posted by Mahealani Richardson on Thursday, November 9, 2023
Dietro questo evento, però, non ci sarebbe lo zampino dell’uomo e neanche la presenza di alghe tossiche, come accaduto in altri casi. A rendere le acque dello stagno di questo insolito colore sarebbe, infatti, la siccità estrema che sta colpendo il 90% di Maui, isola che è stata devastata da spaventosi incendi lo scorso agosto.
Come spiegato dagli esperti del United States Fish and Wildlife Service, che lo stanno monitorando, i suoi livelli di salinità sono ormai il doppio rispetto a quelli del mare.
Questa situazione ha creato terreno fertile per la proliferazione degli alobatteri, organismi unicellulari che vivono in acque molto salate come quelle del Mar Morto e che sono considerati “estremofili” perché riescono a resistere in ambienti ostili alla vita. Fortunatamente la loro presenza non sta minacciando la sopravvivenza degl uccelli e degli altri animali selvatici che popolano la zona. Ma per proteggere la salute delle persone, le autorità hanno vietato la balneazione e la pesca nello stagno, in attesa che tutto torni alla normalità.
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Fonte: US Fish & Wild
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