L’acqua è la risorsa naturale più abusata sulla Terra, ma non tutti sanno che la seconda è la sabbia. Ragione per cui sarebbe necessario mettere dei paletti alla impattante asportazione dal fondale marino, il cosiddetto dragaggio, che ogni anno scava l’equivalente di oltre 1 milione di autocarri con cassone ribaltabile al giorno. E addio biodiversità
Ogni anno dagli oceani del Pianeta vengono estratti circa sei miliardi di tonnellate di sabbia: una cifra esorbitante e ormai insostenibile, seria minaccia per la vita marina.
È quanto viene fuori dall’attività di ricerca delle nuova piattaforma Marine Sand Watch, sviluppata da GRID-Geneva, un centro di analisi dell’United Nations Environment Programme (Unep) che traccia e monitora le attività di dragaggio di sabbia, argilla, limo, ghiaia e roccia nell’ambiente marino, compresi hotspot come il Mare del Nord, il Sud-est asiatico e la costa orientale degli Stati Uniti.
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La piattaforma si serve dei segnali dell’Automatic Identification System (AIS) provenienti dalle navi e l’intelligenza artificiale (AI) per identificare le attività delle navi di dragaggio. In questo modo, ha scoperto che l’attività per asportare sabbia e altri sedimenti dal fondale marino supera i 6 miliardi di tonnellate all’anno, minacciando le comunità costiere e mettendo a rischio gli ecosistemi marini.
La quantità di sabbia che stiamo ritirando dall’ambiente è considerevole e ha un grande impatto, ha detto Pascal Peduzzi , direttore di GRID-Ginevra presso l’UNEP. La portata degli impatti ambientali delle attività minerarie e di dragaggio in acque poco profonde è allarmante, sia per la perdita di biodiversità, sia per la torbidità dell’acqua che per l’impatto acustico sui mammiferi marini.
Ocean Sand: Time To Assess Its Real Economic, Social and Planetary Value. See: https://t.co/WfNAfqw5kU#SandMatters
— Ocean Risk and Resilience Action Alliance (@ORRAAnews) September 6, 2023
Lo studio
La nuova piattaforma fornisce informazioni sulle aree utilizzate per l’estrazione della sabbia (concessioni di sabbia), aree di dragaggio di capitale e di manutenzione, porti/hub per il commercio di sabbia, numero di navi e operatori ed estrazione di sedimenti e altri tipi di attività da parte dei Paesi con zone economiche esclusive. Il Marine Sand Watch non è ancora in grado di rilevare l’estrazione mineraria artigianale e su scala molto piccola lungo le coste più basse.
Il Marine Sand Watch stima che ogni anno vengano dragati tra i 4 e gli 8 miliardi di tonnellate di sabbia e altri sedimenti nell’ambiente marino e costiero. Inoltre, i dati analizzati per gli anni 2012-2019 mostrano che la portata dei dragaggi è in crescita. Il mondo si sta avvicinando al tasso di rifornimento naturale compreso tra 10 e 16 miliardi di tonnellate all’anno, necessario ai fiumi per mantenere la struttura e il funzionamento degli ecosistemi costieri e marini. Ciò è particolarmente preoccupante per le regioni in cui il dragaggio è più intenso e l’estrazione supera già sostanzialmente il bilancio dei sedimenti dalla terra al mare.
L’estrazione di sabbia e ghiaia in acque poco profonde è fondamentale per varie attività di costruzione. Rappresenta una minaccia per le comunità costiere di fronte all’innalzamento del livello del mare e alle tempeste, poiché la sabbia marina sarà necessaria per costruire difese costiere e supportare le infrastrutture energetiche offshore come le turbine eoliche o ondose. L’estrazione della sabbia mette a rischio gli ecosistemi costieri e dei fondali marini, compresa la biodiversità marina colpita dalla torbidità dell’acqua, dai cambiamenti nella disponibilità dei nutrienti e dall’inquinamento acustico. L’estrazione costiera o vicino alla costa può anche influenzare la salinizzazione delle falde acquifere e il futuro sviluppo turistico.
Le pratiche internazionali e i quadri normativi variano ampiamente. Alcuni Paesi – tra cui Indonesia, Tailandia, Malesia, Vietnam e Cambogia – hanno vietato l’esportazione di sabbia marina negli ultimi 20 anni, mentre altri non hanno alcuna legislazione e/o programmi di monitoraggio efficaci.
Nel suo rapporto 2022 Sand and Sustainability report, il rapporto sulla sabbia e la sostenibilità del 2022 , l’UNEP chiede un migliore monitoraggio dell’estrazione e dell’uso della sabbia, raccomandando di fermare l’estrazione della sabbia sulle spiagge e di stabilire un standard internazionale sull’estrazione della sabbia nell’ambiente marino.
Tutti dati che segnalano solo una cosa: l’urgente necessità di una migliore gestione delle risorse sabbiose marine e di ridurre gli impatti dell’estrazione mineraria in acque poco profonde.
Fonti: UNEP / The Guardian / Marine Sand Watch
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