Dopo aver fatto da apripista approvando la prima legge in assoluto sull'ecocidio, il Cile dimostra ancora una volta di avere a cuore l'ambiente: è il primo Paese a firmare l'accordo globale sulla conservazione degli oceani
Il Cile ha appena compiuto un grande passo per tutelare gli ecosistemi del nostro Pianeta. Con il voto all’unanimità espresso ieri dal Senato, è diventato ufficialmente il primo Paese al mondo a firmare l’accordo globale sulla conservazione degli oceani, adottato dall’Onu scorso giugno.
“Si tratta di uno dei trattati ambientali più importanti degli ultimi decenni e i Paesi della nostra regione, in particolare il Cile, hanno svolto un ruolo chiave nel condurre il dibattito” ha commentato Estefanía González, vicedirettrice di Greenpeace Cile.
L’accordo internazionale è, infatti, il più significativo dopo quello di Parigi sul clima, raggiunto nel 2015. E per entrare in vigore, in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani (che si svolgerà nel 2025) sarà necessaria la ratifica da parte di almeno 60 Stati.
Cosa prevede il trattato e perché è così rivoluzionario
Il cosiddetto Trattato sull’Alto Mare – che contiene 75 articoli – è il risultato di circa un ventennio di negoziati. Grazie ad esso, la protezione della biodiversità marina diventerà vincolante per le nazioni firmatarie, che saranno obbligate ad adottare misure concrete.
Ma cosa prevede? L’obiettivo più ambizioso dell’accordo consiste nella tutela del 30% degli oceani entro il 2030 (ad oggi solo l’1,2%, è protetto) attraverso la realizzazione di una rete di aree marine protette.
Uno dei punti riguarda il contrasto alla pesca insostenibile, anche attraverso l’uso di tecnologie all’avanguardia in modo da gestire gli stock ittici in modo più responsabile.
Naturalmente, il trattato affronta anche la questione dell’inquinamento (in particolare quello legato alla plastica) e del riscaldamento degli oceani. Infine, mira a tutelare le risorse presenti nei fondali marini. Ciò significa che tutti i progetti di estrazione nelle acque oceaniche dovranno essere soggetti a una valutazione di impatto ambientale preventiva.
Ancora una volta il Cile, che lo scorso anno è stata la prima nazione in assoluto ad approvare una legge sull’ecocidio, ha dato una lezione al mondo, nella speranza che gli altri Paesi decidano di seguire il suo esempio in modo da accelerare i tempi per proteggere gli oceani, sempre più inquinati e devastati.
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Fonti: Greenpeace
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