Una fenditura gigante, che continua ad allargarsi e darà origine nei prossimi mesi a un iceberg grande 880 chilometri quadrati, quanto la città di Berlino. Il colosso si staccherà dal ghiacciaio di Pine Island, in Antartide, a sud di Cile e Argentina. Ne ha dato notizia la Nasa, dopo aver scoperto una frattura profonda 50 metri e lunga 18 chilometri durante la missione Ice Bridge, che fotografa i ghiacci dell'estremo meridione terrestre.
Una fenditura gigante, che continua ad allargarsi e darà origine nei prossimi mesi a un iceberg grande 880 chilometri quadrati, quanto la città di Berlino. Il colosso si staccherà dal ghiacciaio di Pine Island, in Antartide, a sud di Cile e Argentina. Ne ha dato notizia la Nasa, dopo aver scoperto una frattura profonda 50 metri e lunga 18 chilometri durante la missione “Ice Bridge“, che fotografa i ghiacci dell’estremo meridione terrestre.
Non sarebbe la prima volta che grandi iceberg si staccano dal Pine Island. L’imponente fetta di ghiaccio che prossimamente dovrebbe prendere il largo nel Mare di Amundsen non è infatti il più vasto: il record appartiene ancora a B-15, staccatosi nel 2000, con una superficie iniziale pari a 11.000 km quadrati, più grande dell’isola della Giamaica.
Secondo gli esperti, che in queste ore monitarono costantemente la situazione attraverso sorvoli aerei e immagini da satellite, il fenomeno è tuttavia un puro evento naturale e non dipende in alcun modo dal riscaldamento globale. “È parte del ciclo naturale – ha spiegato Michael Studinger, scienziato dell’Ice Bridge Project – ma è comunque molto interessante e impressionante, se vista da vicino“.
Si tratta di “fenomeni ciclici, che capitano ogni pochi anni, molto simili per dimensioni e persino per forma. E dato che si tratta di un processo ciclico non fa parte della storia cambiamenti climatici/disintegrazione della piattaforma di ghiaccio“, ha quindi precisato Ted Scambos, del National Snow and Ice Data Center, in Colorado (Usa).
L’operazione Ice Bridge dell’Agenzia spaziale americana fotografa i ghiacci dell’Antartide con l’ausilio di numerose ricognizione aree. È stata lanciata per colmare il gap creatosi con la fine del funzionamento, nel 2009, del satellite IceSat (Ice, Cloud and land Elevation Satellite) e il lancio del suo successore IceSat 2 nel 2016. Lo scorso anno, nel febbraio del 2010 dal ghiacciaio antartico Mertz si staccò un gigantesco iceberg con una superficie di 2.550 chilometri quadrati.
Augusto Rubei