I negazionisti climatici contro le zone a traffico limitato: secondo la teoria del complotto servono a segregare le masse

Un “quartiere a basso traffico” (LTN) è un'area residenziale, delimitata da strade principali (strade che sono spesso utilizzate da autobus, camion e traffico non locale), dove il traffico automobilistico è scoraggiato o eliminato del tutto, consentendo l'accesso solo ai pedoni e ai ciclisti. Roba introdotta a Londra già negli anni '70 con dissuasori posizionati strategicamente per consentire comunque l'accesso dei veicoli dei residenti, ma che oggi fa storcere il naso ai negazionisti della crisi climatica: e se ci vogliono ghettizzare?

Ridurre il numero di automobili e convincere le persone a passare alla bicicletta o a camminare: eppure, i low traffic neighbourhood (LTN), ossia le strade o interi quartieri a “basso traffico” in UK stanno attirando un’opposizione forte e rumorosa. E torna la pavida onda del negazionismo climatico.

Un po’ sulla scorta di una Italia che dice no allo stop di auto a benzina entro il 2035, così Otremanica c’è chi si mette a far fracasso contro i dispositivi di traffico limitato e il concetto di “città in 15 minuti” (in cui a ogni abitante è possibile raggiungere al massimo in un quarto d’ora tutto quello di cui ha bisogno: lavoro, cibo, alloggio, salute, educazione, cultura e tempo libero).

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Il motivo? Limiterebbero la libertà di circolazione e impedirebbero di spostarsi.

Siamo a Oxford e qui, proprio per questo, qualche giorno fa ci sono state delle vere e proprie marce no-LTN (a firma di gruppi facenti capo a partiti di destra). Il bello è che tra i manifestanti si sarebbero infiltrati esponenti di estrema destra che si rifanno al contenuto della teoria della cospirazione diffondendo ipotesi di complotto:

Durante la manifestazione di Oxford contro il Comune che vuole introdurre le LTN per alcune strade se ne sono visti di slogan lanciando invettive contro quello che è di fatto un sistema di riduzione di inquinamento: circa 2mila i partecipanti hanno sfilato contro quello che hanno battezzato un “traffic filter”, ossia una (bizzarra) macchinazione globale secondo cui si vogliono ridurre la città in ghetti dove ogni movimento viene addirittura sorvegliato.

Cos’è una città di 15 minuti?

Eppure la “città di 15 minuti”, nome che è stato dato a un programma di riduzione del traffico nelle città di tutto il mondo, è un ambiente residenziale decentrato dove tutto ciò di cui potresti aver bisogno – lavoro, cibo, salute, istruzione e strutture culturali – è a un quarto di distanza. 

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Ciò non significa che si deve necessariamente rimanere nel proprio quartiere, ma che si tratta di un incentivo al ritorno alla “vita locale”, dove i tempi di percorrenza sono più brevi, le persone dipendono meno dalle auto e, in teoria, le comunità sono più unite.

Come concetto di pianificazione urbana e strategia di viaggio e sviluppo, esiste da tempo, guidato dal pluripremiato scienziato Carlos Moreno, che ha presentato il suo modello di città di 15 minuti nel 2016.

La pratica dell'”iperprossimità” per gli abitanti delle città è stata testata in città come Melbourne, Copenaghen e Utrecht per ridurre la congestione del centro città. La città di 15 minuti di Oxford è stata proposta nel dicembre 2021. Un’idea che però non è piaciuta a molti, tanto che a Oxford il consigliere comunale Duncan Enright già l’anno scorso era stato preso di mira dai soliti odiatori seriali, “colpevole” di volere confinare le persone nei loro quartieri in nome del contrasto alla crisi climatica.

E in Italia? Qui da noi sta prendendo piede, sulla scia di metropoli europee come Parigi e Berlino, la “città 30”, ovvero l’imposizione di un limite di velocità a 30 km/h per favorire la sicurezza stradale e al tempo stesso promuovere una maggiore mobilità a piedi e in bicicletta. Per ora partiranno Bologna e Milano (per cui manca delibera definitiva). Ma su una cosa possiamo già scommettere: i detrattori di queste misure ci sono eccome, al netto – ovvio – del solito quadretto all’italiana per cui fatta la norma, mancano i mezzi e gli strumenti per farla rispettare.

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Fonte: BBC

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