L'idea è venuta a una coppia di coniugi, che hanno dato vita a una piccola flotta in difesa degli ecosistemi marini
L’idea è venuta a una coppia di coniugi, che hanno dato vita a una piccola flotta in difesa degli ecosistemi marini
Una goccia d’acqua nella vastità del mare non può fare molto, eppure il mare è formato proprio da tante gocce che uniscono le loro forze e la loro presenza. È con questo spirito che un marito e una moglie – Angus Harris e Ellen Ogren – hanno dato vita ad un servizio di pulizia delle acque davanti ai porti di Hong Kong che sembra insignificante, ma la cui efficacia è ben visibile: è grazie al loro lavoro, e a quello di alcuni marinai in pensione che li aiutano, se le acque del porto sono ogni giorno più pulite e sempre più libere dall’ingombro dei rifiuti plastici.
Nel 2019 la coppia di coniugi ha fondato una vera e propria organizzazione no-profit, la Clean Waterways Initiative, allo scopo di creare una flotta di imbarcazioni in grado di ripulire il mare sempre più invaso da bottiglie di plastica e altri rifiuti. La flotta, attualmente, ha dimensioni molto ridotte: consta infatti di sole quattro piccole imbarcazioni rosse – ancora più piccole se confrontate con i grattacieli della città che si affacciano sulla costa. Una goccia nel mare, si potrebbe pensare, eppure in poco meno di due anni le quattro imbarcazioni – attive tutti i giorni, 24 ore su 24, hanno raccolto la bellezza di 76.930 bottiglie di plastica e 28.145 lattine di alluminio.
Le imbarcazioni sono alimentate a energia solare grazie ai pannelli posti sul tetto e costituiscono un centro di smistamento dei rifiuti galleggiante – grazie a un sistema che permette, dopo la raccolta, di differenziare e separare i diversi materiali raccolti al fine di procedere più speditamente con le attività di riciclo e recupero. L’obiettivo della flotta è ripulire le acque costiere di Hong Kong e impedire che rifiuti e detriti di plastica si diffondano dai corsi d’acqua densamente popolati della città nell’oceano aperto, dove avranno un effetto dannoso sugli ecosistemi marini.
Le spiagge di Hong Kong sono inondate da rifiuti ingombranti che, degradandosi nell’ambiente, danno vita a concentrazioni di microplastiche che non hanno eguali in altre aree del mondo (40% in più rispetto alla media mondiale). L’azione dell’associazione si concentra nelle acque dei due porti di Hong Kong, Aberdeen e Victoria Harbour – due delle aree più inquinate della città: la prima raccoglie i rifiuti di un quartiere residenziale e commerciale fittamente popolato e di una grande una grande flotta peschereccia, nonché quelli provenienti dalla vicina isola di Lamma; la seconda, oltre ad essere densamente popolata, ospita anche quattro rifugi per i tifoni e rappresenta la principale fonte di inquinamento per il vicino Mar Cinese Meridionale.
Ma l’attività dell’ONG non si ferma qui: oltre ad eliminare fisicamente i rifiuti dalle acque, infatti, è fondamentale fare prevenzione ed educare le generazioni più giovani ad un maggiore rispetto dell’ambiente e della natura. Ecco perché Angus e Ellen organizzano progetti di divulgazione nelle scuole e invitano scolaresche a salire sulle imbarcazioni e ad accompagnarli nei viaggi di raccolta dei rifiuti, per fare in modo che i ragazzi tocchino con mano i danni provocati agli ecosistemi marini dall’incuria dell’uomo.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonti: Clean Waterways Initiative / HSBC
Ti consigliamo anche:
- Le spedizioni di pulizia degli oceani potrebbero essere alimentate dai rifiuti che vengono raccolti dal mare
- Trasformare rifiuti di plastica in protesi innovative e low-cost, la start up che dona speranza a chi non poteva permettersele
- Con 1 kg plastica raccolta dal mare si può illuminare un appartamento per un giorno