Greenpeace: parte la spedizione per salvare l’Artico con le firme e la bandiera

È partita dalla base russa di Borneo la nuova missione di Greenpeace per salvare l'Artico, minacciato non solo dall'aumento delle temperature ma anche dalle trivellazioni petrolifere e dalla pesca eccessiva

È partita dalla base russa di Borneo la nuova missione di Greenpeace per salvare l’Artico, minacciato non solo dall’aumento delle temperature ma anche dalle trivellazioni petrolifere e dalla pesca eccessiva.

I 16 componenti della spedizione, dopo un lungo cammino, porteranno con loro un testimone importante, una capsula che contiene le 2,7 milioni di firme (di cui 150 mila italiane) raccolte in questi mesi e che chiedono l’istituzione di un Santuario globale nell’Artico. Una volta giunto a destinazione, il team seppellirà la capsula nei fondali artici a 4,3 km di profondità, insieme ad una bandiera di titanio creata per l’occasione e il cui disegno è stato scelto con un concorso a cui hanno partecipato ragazzi da tutto il mondo. La bandiera, realizzata in titanio, sarà piantata 4,3 chilometri sotto lo strato di ghiaccio.

Ancora oggi, nessun Paese può vantare diritti sulle acque che circondano il polo Nord, tuttavia a causa dello scioglimento dei ghiacci per il cambiamento climatico, diversi Paesi e multinazionali secondo Greenpeace si starebbero muovendo per sfruttare le risorse ittiche dell’Artico e il petrolio. Uno degli ultimi paradisi naturali da salvare è dunque minacciato.

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La bandiera vincitrice, scelta per la missione, à stata disegnata dalla tredicenne della Malesia, Sarah Bartrisyia. La bandiera doveva simboleggiare la pace, la speranza e la comunità globale impegnata per la protezione dell’Artico. Ed ecco il risultato: al suo interno sette colombe colorate e un fiore, la Trientalis, rarissima ma presente anche nel nostro Paese come relitto glaciale sulle Alpi. Le sette colombe rappresentano – secondo Sarah – i sette continenti e la corona di foglie d’ulivo formata dai ramoscelli che portano nel becco è un simbolo della protezione dell’Artico.

Se le condizioni meteo lo permetteranno, al Polo Nord gli attivisti incontreranno anche i membri del Consiglio Artico, l’organismo composto dai ministri degli Esteri e i funzionari dei Paesi artici.

La squadra che affronta la spedizione artica è composta da 16 persone, tra cui il tecnico che assicurerà le trasmissioni radio, l’italiano Gianluca Morini, 40 anni, di Gorizia. Il trekking sul pack artico sarà prevalentemente sugli sci. Ognuno dovrà trainare la propria slitta, pesante 70 – 80 chili.

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Il viaggio dei 16 attivisti è appena iniziato, tra loro anche Renny Bijoux dalle Seychelles, portavoce dei giovani del Lelep, il partito al governo del suo Paese, che potrebbe finire sott’acqua per l’innalzamento del livello dei mari; Josefina Skerk, nativa lappone (Sami) della Svezia e deputata al parlamento Sami, che si batte affinché il cambiamento climatico non stravolga completamente la vita del suo popolo; Kiera Kolsen che appartiene alla comunità dei nativi Tso’Tine-Gwich’, del Canada e si sta battendo per proteggere la sua terra dalle multinazionali che vogliono sfruttare le sabbie bituminose ed Ezra Miller, attore di Hollywood, uno dei protagonisti di “Noi siamo infinito”.

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