La nave ammiraglia di Greenpeace è entrata in azione nel porto di La Spezia per chiedere al governo italiano e all'Unione Europea, in occasione del Consiglio dei Ministri UE di domani e dopodomani a Bruxelles, di dare un segnale di cambiamento in materia di politiche energetiche e protezione del clima
Arriva a La Spezia la nuova Rainbow Warrior, la nave con la quale Greenpeace ha deciso di dare la sua voce contro le fonti energetiche fossili. Si dà quindi il via alla seconda tappa del tour #NonFossiliziamoci che porterà gli attivisti di Greenpeace nei principali siti dove si produce energia inquinante.
La nuova nave ammiraglia dell’associazione è entrata in azione nel porto di La Spezia proprio per chiedere al governo italiano e all’Unione Europea, in occasione del Consiglio dei Ministri UE di domani e dopodomani a Bruxelles, di dare un segnale di cambiamento in materia di politiche energetiche e protezione del clima.
Alcuni attivisti hanno scalato un delle due gru che dal molo del porto movimentano il carbone che alimenta la centrale elettrica dell’Enel “Eugenio Montale” e hanno aperto uno striscione di 100 metri quadri che sottolinea la possibilità di scegliere tra il problema – ossia le fonti energetiche fossili – e la soluzione, che è invece lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Su un secondo striscione in inglese si legge “RENEWABLES + EFFICIENCY = ENERGY INDEPENDENCE” (“rinnovabili + efficienza = indipendenza energetica”).
LA CRISI UCRAINA
“Da settimane la crisi tra Russia e Ucraina costringe l’Unione Europea a discutere di come aumentare la propria indipendenza energetica. L’unico modo sensato per farlo è consegnare le fonti fossili al passato, una volta per tutte” dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.
Quello che auspicano gli attivisti è semplicemente la scelta delle fonti rinnovabili per scongiurare così il cambiamento climatico e la distruzione dell’ambiente. “Il futuro dell’Europa può essere economicamente conveniente e sostenibile, grazie a rinnovabili ed efficienza“.
Greenpeace chiede così al Consiglio dei Ministri UE di prevedere un piano di profonda trasformazione del sistema energetico europeo. Lo scopo è fissare un obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni di gas serra del 55% al 2030, sostenuto da obiettivi vincolanti di crescita delle energie rinnovabili (45%) e dell’efficienza (40%). Secondo Greenpeace questi target garantirebbero una sostanziale diminuzione dell’importazione di energia, fino al 45% in più rispetto agli obiettivi proposti dalla Commissione Europea.
Tra pochi giorni comincerà il semestre italiano di presidenza dell’UE: Greenpeace chiede a Matteo Renzi di raccogliere la sfida dell’innovazione e delle rinnovabili, invece di promuovere le trivellazioni offshore.
La nuova Rainbow Warrior proseguirà nelle prossime settimane il suo tour “Non è un Paese per fossili“, per continuare a incontrare le comunità locali colpite dalle fonti energetiche inquinanti. In occasione del tour, Greenpeace ha lanciato una petizione online (che pochi giorni ha già raccolto oltre 25 mila firme) per chiedere ai cittadini di firmare una Dichiarazione di Indipendenza dalle fonti fossili, in favore di energie rinnovabili ed efficienza.
Qui il rapporto (in inglese) “A roadmap towards a sustainable and independent energy supply for Europe”.
Germana Carillo