Tre dollari al giorno per continuare a godere delle sue splendide acque cristalline e per provare a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, primo fra tutti l'innalzamento del livello del mare che, se non invertito in tempo, rischia di fagocitare e sommergere l'intero arcipelago delle Maldive entro il 2100. E' la green tax, la tassa verde proposta dal presidente Mohammed Nasheed per finanziare il suo ambizioso progetto di trasformare le Maldive nel primo paese carbon neutral a emissioni zero nel giro di dieci anni.
Tre dollari al giorno per continuare a godere delle sue splendide acque cristalline e per provare a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, primo fra tutti l’innalzamento del livello del mare che, se non invertito in tempo, rischia di fagocitare e sommergere l’intero arcipelago delle Maldive entro il 2100. È la “green tax“, la tassa verde proposta dal presidente Mohammed Nasheed per finanziare il suo ambizioso progetto di trasformare le Maldive nel primo paese “carbon neutral” a emissioni zero nel giro di dieci anni.
Le 1192 isole che compongono il paradiso corallino in mezzo all’Oceano Indiano sono mediamente ad un’altezza 2,13 metri sul livello del mare, rappresentando la nazione più bassa della Terra e anche quella più a rischio di essere cancellata dall’Atlante geografico per via del climate change.
Così oltre a correre ai ripari, annunciando di aver istituito un fondo per comprare una “nuova patria” sulla terraferma – in particolare terreni in India, Sri Lanka e Australia – per trasferire gli oltre 350.000 abitanti delle isole nel caso in cui queste venissero realmente sommerse affinché non allunghino la lista dei tanti ecoprofughi, il presidente Nasheed è fermamente intenzionato a dare il buon esempio portando avanti il suo progetto di investire nelle fonti rinnovabili nonostante i finanziamenti degli investitori esteri promessi a marzo continuino a latitare.
Fatti due conti, la soluzione è stata trovata proprio nell’unica ricchezza a disposizione delle paradisiache terre: il turismo. Tassare i 700 mila turisti che in media scelgono di staccare la spina e trascorrere sulle rinomate spiagge di sabbia bianchissima delle isole maldiviane per non meno di tre giorni, è sembrata l’idea vincente che potrebbe portare nelle casse dello Stato 6 milioni e 300 mila dollari l’anno. L’ambizioso progetto di eliminare completamente le fonti di energia fossile istallando pannelli solari, turbine eoliche e impianti a biomassa ne richiede un totale di 1 miliardo e 100 milioni, che in 16 anni potrebbero essere reperiti grazie alla Green Tax che è ora ancora al vaglio del parlamento maldiviano.
Il progetto delle Maldive a impatto zero rimane comunque un grande esempio su cui i Paesi più ricchi dovrebbero fermarsi a riflettere soprattutto in vista del summit di Copenaghen del prossimo dicembre alla quale il presidente Nasheed ha annunciato di non poter prendere parte per mancanza di fondi, ma sulla quale è fermamente risoluto sulla posizione da mantenere ed espressa durante la conferenza a Male, la capitale delle Maldive: “La questione climatica è troppo importante per permettere che alcuni disaccordi fermino il processo. India, Cina, Brasile e Stati Uniti devono trovare un punto di contatto. Nessuno uscirà dalla conferenza di Copenaghen come vincitore se non troveranno un accordo. Il problema dovrebbe essere trattato come una questione di sicurezza nazionale, non solo ambientale“.