Grano e olive coltivati nell’area inquinata da cadmio, l’indagine shock in Molise

Oltre 120mila metri quadri di terreno “certamente inquinati da cadmio”: dopo quattro anni di indagini la Procura di Isernia rende noti i risultati delle analisi effettuate nella piana di Venafro. E c’è dell’altro: le zone interessate dall’inquinamento da cadmio non solo sono abitate, ma anche in parte destinate alla produzione del grano e delle olive

Tra Pozzilli, Venafro e Sesto Campano, in Molise, più di 120mila metri quadri di terreno sono inquinati da metalli pesanti e pericolosi per la salute umana. È la piana di Venafro, contaminata soprattutto da cadmio.

Un’area vastissima, di una estensione pari a 121.792 metri quadrati che comprende anche più Comuni della provincia di Isernia, dove tantissime sono le zone adibite a coltivazione di ulivi e grano.

Lo rende noto il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Isernia Carlo Fucci, a conclusione di un’indagine iniziata quattro anni fa e a cui hanno partecipato i carabinieri di Isernia e Venafro, il Noe, i Carabinieri Forestali, consulenti e l’Aeronautica militare.

Abbiamo controllato tutte le attività produttive pericolose – ha spiegato il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Isernia Carlo Fucci – e abbiamo rilevato criticità sul sistema di controllo e autocontrollo, tutto ciò ha portato all’esercizio dell’azione penale in alcuni casi, mentre in altri abbiamo rilevato illeciti amministrativi di violazione dell’AIA, delle autorizzazioni regionali delle attività pericolose che a mio avviso andrebbero riviste, come hanno evidenziato anche i consulenti, sia per quanto riguarda l’AIA per il depuratore di Pozzilli sia per Colacem ed HERAmbiente.

I dati sono stati trasmessi al ministro dell’Ambiente, al Presidente della Regione Molise, al Direttore dell’Arpa Molise e sono stati informati i sindaci dei Comuni interessati.

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