Nessuno ne parla ed è veramente vergognoso. All'interno della nave italiana affondata in Francia erano presenti 45 container che trasportavano merci pericolose e i bunker erano pieni di olio combustibile e auto. E ora la marea nera sta raggiungendo la costa. E' in corso un grave disastro ambientale
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Nessuno ne parla ed è veramente vergognoso. All’interno della nave italiana Grande America affondata nella notte tra il 10 e l’11 marzo a largo della Francia erano presenti 45 container che trasportavano merci pericolose e i bunker erano pieni di olio combustibile e auto. E ora la marea nera sta raggiungendo la costa. È in corso un grave disastro ambientale.
È corsa contro il tempo per arginare il petrolio che potrebbe raggiungere la costa francese nel corso del fine settimana. La nave italiana ha preso fuoco martedì a circa 263 km dalla costa francese, a sud-ovest di Penmarc’h Point. Da allora ha iniziato ad andare alla deriva per poi affondare il 12 marzo 2019 alle 15:26 circa 333 km a ovest di La Rochelle, nel sud-ovest della Francia.
Dall’incendio all’affondamento
L’incendio è divampato il 10 marzo intorno alle 20. Il mercantile, lungo 214 metri, proveniva da Amburgo, in Germania, ed era diretto a Casablanca, in Marocco. A bordo erano presenti 27 persone, 26 membri dell’equipaggio e un passeggero, per fortuna tutte messe in salvo.
Il comandante della Grande America in un primo momento aveva annunciato che l’incendio era sotto controllo e puntava ad arrivare in Spagna, verso il porto di La Coruña. Ma poco prima di mezzanotte, ha informato le autorità marittime del peggioramento della situazione: l’incendio è ricominciato, diversi container hanno preso fuoco e la nave non avrebbe potuto proseguire. L’equipaggio è stato messo in salvo attorno alle 4 del mattino.
Ma il disastro era appena iniziato. Per due giorni, si è cercato di domare le fiamme. La nave intanto si è inclinata pericolosamente sul lato destro fino a quando si è inabissata portando con se il pericoloso carico.
[#GrandeAmerica] Le violent incendie sur le #GrandeAmerica est toujours en cours. Le navire présente une inclinaison sur son côté droit qui s’aggrave au fil du temps. Plus d’information : https://t.co/GFt6RNXscl @SGMer @MarineNationale @OuestFrance @LeTelegramme @sudouest pic.twitter.com/JYm6n9bhNh
— Premar Atlantique (@premaratlant) 12 marzo 2019
[#GrandeAmerica] La frégate multi-missions (FREMM) Aquitaine et le BSAA (Bâtiment de Soutien et d’assistance affrété) VN Sapeur sont toujours sur zone. Ils continuent d’assurer la sécurité et la surveillance de la navigation. @SGMer @MarineNationale pic.twitter.com/rz98mZlf8B
— Premar Atlantique (@premaratlant) 12 marzo 2019
Cosa trasportava
Di proprietà della compagnia italiana Grimaldi Lines, la Grande America trasportava container sul ponte e veicoli ai piani inferiori. Mercoledì, in una conferenza stampa a Brest, il prefetto marittimo dell’Atlantico ha dichiarato che, secondo i dati forniti dall’armatore, la nave trasportava 365 container, 45 dei quali contenevano materiali pericolosi e poco più di 2.000 veicoli. Oltre a questo carico, nei bunker della nave erano presenti circa 2.200 tonnellate di combustibile per la navigazione.
C’è il rischio di una fuoriuscita di petrolio?
Non è escluso, anzi. A dirlo fin da subito è stato il Ministro francese dell’ecologia François de Rugy:
“Come sempre in questi casi il rischio di inquinamento non deve essere negato, prima perché c’è un carico di combustibile pesante che era il carburante di propulsione”.
Mercoledì è apparsa una chiazza nera, ha confermato la prefettura marittima e poi anche le osservazioni aeree. Il petrolio potrebbe raggiungere la costa francese domenica o lunedì.
[#GrandeAmerica] Images de la nappe d’hydrocarbures depuis l’avion de patrouille maritime @MarineNationale : elle s’étend sur 10 km de long pour 1km de large. @SGMer @MarineNationale @EMSA_LISBON @FdeRugy @douane_france @CedreBrest @SecCivileFrance @MarinsPompiers @Min_Ecologie pic.twitter.com/bIcLFL6liv
— Premar Atlantique (@premaratlant) 14 marzo 2019
“Secondo le nostre previsioni, potrebbero raggiungere alcune zone delle coste della Nuova Aquitania domenica o lunedì, a causa di condizioni meteo particolarmente sfavorevoli, che rischiano anche di rendere più delicate le operazioni di pulizia del mare”, ha detto François de Rugy. La Francia ha messo in campo 4 “navi dedicate alle operazioni antinquinamento in mare” e preparerà un piano per “ripulire la terra”, ha aggiunto il ministro.
E’ ancora presto per fare bilanci ma di certo ancora una volta a farne le spese saranno il mare e i suoi abitanti, nel silenzio internazionale.
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