Possiamo ancora salvare gli Oceani: vi raccontiamo le iniziative più belle che restituiscono speranza per il loro futuro

La crisi climatica e l'inquinamento stanno mettendo a dura prova gli oceani, ma c'è anche chi si impegna ogni giorno per proteggerli. Vi portiamo a fare un tuffo nelle iniziative più virtuose che stanno facendo la differenza per questi preziosi ecosistemi

I nostri oceani, principale “termometro” e regolatore del clima globale, sono sempre più caldi e inquinati: purtroppo è vero. Ma non dobbiamo né possiamo rassegnarci. Siamo ancora in tempo per salvare questi ecosistemi ricchi di vita e fondamentali per la nostra sopravvivenza e per gli equilibri del Pianeta.

In occasione del World Oceans Day, vogliamo inondarvi con una marea di notizie positive su persone, organizzazioni e comunità che, una goccia alla volta, si stanno impegnando (con iniziative straordinarie) per proteggere gli oceani.

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L’app che mappa i rifiuti finiti nei fondali marini

È ancora poco noto, ma qualche anno abbiamo a disposizione un preziosissimo strumento che ci permette di monitorare la situazione dei fondali marini. Stiamo parlando di Scubadvisor, la prima app al mondo grazie alla quale i sub (professionisti ma anche appassionati di immersioni) possono segnalare la presenza di rifiuti rimasti in fondo a mari e oceani.

L’applicazione è in grado di identificare le coordinate GPS e le fornisce direttamente all’associazione Marevivo che aggiorna un database con tutte le segnalazioni per recuperare plastica e attrezzatura da pesca.

I giovani “giardinieri” che coltivano i coralli

Coral Gardeners (i giardinieri dei coralli), associazione fondata dal 16enne Titouan Bernincot, sta coltivando i coralli per combattere dal drammatico fenomeno dello sbiancamento provocato dalla crisi climatica.

Titouan e il suo team utilizzano tecniche innovative, come la coltivazione in vivaio e l’innesto di coralli, per rafforzare e preservare gli habitat corallini, ma anche l’intelligenza artificiale e strumenti informatici per monitorarne la crescita. Per il suo straordinario progetto, che coinvolge anche pescatori e surfisti, il giovane attivista è stato nominato National Geographic Explorer, oltre ad essere premiato dalle Nazioni Unite al Young Activists Summit di Ginevra.

Ad oggi i giovani di Coral Gardeners hanno ripopolato 30.000 coralli in vari vivai subacquei sparsi nella Polinesia francese e in altre aree come la Thailandia e le Fiji.

Le barriere anti-plastica di The Ocean Cleanup

Vi abbiamo parlato più volte del progetto portato avanti da The Ocean Cleanup, l’organizzazione fondata nel 2013 dal giovane imprenditore olandese Boyan Slat, che ha progettato delle enormi barriere a forma di U che catturano una quantità impressionante di immondizia sia dagli oceani che dai corsi d’acqua.

Usando l’efficace sistema di bracci galleggianti, gli attivisti stanno ripulendo gli oceani, anche le aree più inquinate come la Great Pacific Garbage Patch, l’isola di plastica più grande del mondo (estesa oltre 3 volte la Francia). Il loro obiettivo è molto ambizioso: puntano a rimuovere il 90% dei rifiuti di plastica dagli oceani entro il 2040.

L’eroina indiana (di soli 10 anni) che si immerge negli oceani a caccia di rifiuti

Thaaragai Aarathana ha soltanto 10 anni, ma è già una grande paladina degli oceani. Insieme al papà, sub e istruttore, ha iniziato da piccolissima ad immergersi nelle acque indiane per rimuovere i rifiuti e con lui porta avanti operazioni di pulizia sulle spiagge. Ma il loro impegno non si limita a questo.

bambina indiana attivista climatica

©Aravind Tharunsri

Thaaragai e il padre organizzano campagne di sensibilizzazione e partecipano ad ogni evento possibile per informare le persone sull’emergenza della plastica in mare. Inoltre, hanno realizzato un breve documentario sull’inquinamento, che è stato diffuso in diverse scuole.

L’impegno dei Paesi aderenti al trattato Onu sugli oceani

Il Cile, la Repubblica di Palau, il Belize e le Seychelles hanno dimostrato di avere a cuore gli ecosistemi marini: sono stati i primi Paesi (e finora gli unici) ad aver ratificato il Trattato Onu sulla protezione degli oceani, considerato l’accordo ambientale multilaterale più importante dopo l’accordo di Parigi sul clima del 2015.

Una volta entrato in vigore, il Trattato globale costituirà un importante strumento giuridico per creare nuovi santuari marini, anche nel Mediterraneo, e raggiungere il traguardo di tutela di almeno il 30% della superficie delle acque del globo, salvaguardando la vita negli oceani da cui dipende anche la nostra sopravvivenza.

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