Giornata Mondiale degli Oceani 2015: meno del 4% delle aree marineprotetto

Oggi, 8 giugno 2015, torna la Giornata Mondiale degli Oceani, un’occasione per riflettere sull’importanza di proteggere l’ambiente e gli ecosistemi. Al momento le aree marine protette sulla carta risultano meno del 4%.

Oggi, 8 giugno 2015, torna la Giornata Mondiale degli Oceani, un’occasione per riflettere sull’importanza di proteggere l’ambiente e gli ecosistemi. Al momento le aree marine protette sulla carta risultano meno del 4%.

I piani sono chiari: incrementare le aree marine protette portandole al 10% entro il 2020 e al 30% entro il 2030, o almeno sono queste le promesse internazionali in occasione di questa giornata. Promesse che però dovranno far fronte ad una costante mancanza di risorse economiche rivolte alla tutela dell’ambiente.

La protezione degli oceani e dei mari non sarebbe benefica soltanto per l’ambiente ma garantirebbe anche un ritorno economico importante, compreso tra i 490 e i 920 miliardi di dollari nel periodo 2015-2050.

Si tratta di quanto emerge da un nuovo studio presentato dal WWF all’Università di Amsterdam in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani. Tutelare gli oceani significherebbe arginare la pesca eccessiva, l’inquinamento e la distruzione degli habitat naturali che mettono in pericolo le specie acquatiche.

Il WWF non dimentica un altro rischio molto importante. Si tratta dell’acidificazione degli oceani dovuta ai cambiamenti climatici. L’acidificazione degli oceani purtroppo sta già avendo un forte impatto sulla barriera corallina e sugli ecosistemi oceanici in generale.

Secondo il WWF, purtroppo, gli oceani stanno collassando davanti ai nostri occhi, ma nello stesso tempo esistono degli strumenti per risolvere il problema, proprio a partire dalla creazione di aree marine protette. Non ci si dovrebbe preoccupare della mancanza di fondi, dato che gli investimenti in questo senso porterebbero al triplo dei guadagni.

Secondo Greenpeace, la Giornata Mondiale degli Oceani è un’occasione per ricordarci che i nostri mari sono in crisi, che in Europa il 60% delle risorse ittiche studiate è sovrasfruttato e che nel Mediterraneo e nel Mar Nero la situazione è ancora più allarmante.

Per questo Greenpeace sostiene la pesca artigianale che impiega attrezzi a basso impatto ambientale e riduce al minimo gli scarti. I proprietari delle imbarcazioni solitamente lavorano sulle barche e pescano quanto necessario per sostenere le loro famiglie.

Quest’anno il WWF punta l’attenzione sul Mediterraneo. Oggi poco più dell’1% dell’intero Mediterraneo è sotto protezione e il Santuario Pelagos, che sulla ‘carta’ farebbe salire al 5% la percentuale protetta del mediterraneo, non gode ancora di quella necessaria tutela a 16 anni dalla sua nascita.

giornata mondiale oceani 2015

fonte foto: wwf.it

L’obiettivo del WWF è di rendere l’area dell’accordo Pelagos una reale zona protetta in quanto habitat principale delle balenottere comuni, capodogli e stenelle e ancora a rischio per traffico navale mal gestito e inquinamento. Insieme ad altre 16 associazioni il WWF aveva già lanciato un Appello lo scorso marzo chiedendo di consolidare la collaborazione tra gli Stati firmatari (Italia, Francia e Principato di Monaco) rispettando l’impegno internazionale affinché Pelagos diventi un esempio internazionale di conservazione di biodiversità marina”.

Ora si resta in attesa del prossimo 12 giugno, giornata in cui è previsto a Livorno il Primo Incontro Internazionale dei comuni aderenti alla Carta Parternariato Pelagos alla presenza di istituzioni, comunità rivierasche ed esperti dei 3 paesi insieme ad associazioni, tra cui il WWF.

Marta Albè

Fonte foto: greenpeace.org

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