Giornata mondiale degli Oceani: così l’uomo ha lentamente ucciso i mari

Svuotati di pesci, invasi dalla plastica e innaturalmente cresciuti “in altezza”, per colpa dell’uomo. Nella Giornata Mondiale degli Oceani (nata nel 1992 ma riconosciuto dalle Nazioni Unite nel 2008) che si celebra oggi 8 giugno con eventi, seminari, workshop, ricordiamo quanto invece le enormi distese d’acqua siano vitali per il nostro Pianeta e quanto quindi sia indispensabile difenderli

Svuotati di pesci, invasi dalla plastica e innaturalmente cresciuti “in altezza”, per colpa dell’uomo. Nella Giornata Mondiale degli Oceani (nata nel 1992 ma riconosciuta dalle Nazioni Unite solo nel 2008) che si celebra oggi 8 giugno con eventi, seminari, workshop, ricordiamo quanto invece le enormi distese d’acqua siano vitali per il nostro Pianeta e quanto quindi sia indispensabile difenderle.

L’uomo le sta distruggendo lentamente, con azioni sconsiderate che danneggiano le acque e i suoi abitanti. Nel 2050 ci sarà più plastica che pesci, sostiene uno studio del 2016. Non è allarmismo: sono stime apocalittiche ma basate su dati concreti. Ed è solo colpa nostra.

E quando non incontrano plastica sul loro cammino, gli abitanti acquatici respirano più anidride carbonica del dovuto, con ripercussioni sui loro comportamenti abituali: uno studio del 2012 sostiene che questi perderanno via via la capacità di lateralizzazione, cioè di riconoscere, nel momento in cui essi si trovano di fronte ad un ostacolo, se sia più opportuno spostarsi verso destra oppure verso sinistra.

Ma non finisce qui: perché la fauna marina si sta anche riducendo drasticamente, oltre che per l’inquinamento, per la pesca sconsiderata, che ha letteralmente lasciato ampie zone acquatiche prive di pesci, incluso il nostro Mar Mediterraneo, sul quale sono state operate delle vere e proprie violenze ambientali.

Inquinamento da plastica

Gli scienziati lanciano allarmi da tempo, ma la presenza dell’eterna plastica nei mari non accenna a diminuire, da quella visibile che spesso uccide gli animali a quella “invisibile”, ma non meno pericolosa: le microplastiche (di dimensioni inferiori ai 5 millimetri), utilizzate soprattutto in dentifrici e prodotti esfolianti e a fine vita riversate negli oceani, vengono ingerite, alterando la catena alimentare fino alle nostre tavole.

L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha lanciato quindi un progetto volto a eliminare fino al 90% dell’inquinamento provocato dalla microplastica prodotta nei paesi dell’Europa: la proposta, che dovrebbe entrare in vigore nel 2020, eliminerebbe annualmente 36.000 tonnellate di inquinamento e fino a 400.000 tonnellate in 20 anni.

Accanto a questo, è ormai legge la messa al bando della plastica monouso a partire dal 2021: cotton fioc, posate, piatti, cannucce, bastoncini per cocktail e aste per palloncini, saranno banditi dall’Ue nell’ambito dei piani approvati dal Comitato per l’ambiente e la salute pubblica. Potranno essere commercializzati solo se fabbricati con materiali sostenibili.

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Cambiamenti climatici

Importanti ecosistemi potrebbero essere danneggiati in maniera massiccia (e forse irreparabile) entro il 2050 a meno che le emissioni di gas a effetto serra e l’inquinamento localizzato non si riduca drasticamente.

Gli oceani infatti aumentano di temperatura e i gas disciolti cambiano composizione, tutto per colpa nostra, e a danno di intere popolazioni. Alcuni studi sostengono che a causa dell’aumento dell’anidride carbonica sarà sempre più difficile per i pesci respirare, per cui l’evoluzione risponderà riducendone le dimensioni del 20-30%.

Pesca sconsiderata

Allarmi, risoluzioni, in qualche caso importanti divieti come quello per la criminale pesca elettrica non hanno ancora invertito la rotta: gli stock ittici sono sempre più vicini al collasso a causa della pesca intensiva e di reti illegali che oltre a catturare i pesci da pescare provocano la morte di altre creature marine.

I livelli di cattura dei pesci purtroppo aumentano, per vie illegali, ma anche di fatto legalizzate, e le lobby della pesca non si fermano, letteralmente svuotando i mari, per i quali il destino, senza un deciso cambio di rotta, sembra segnato.

“Un oceano del mondo sano è fondamentale per la nostra sopravvivenza – si legge sul sito della Giornata, che mira a sensibilizzare le persone sugli enormi problemi che stiamo causando e sull’importanza di assumere comportamenti rispettosi – Ogni anno, il la Giornata Mondiale degli Oceani offre un’opportunità unica per onorare, proteggere e conservare il grande oceano del nostro mondo”.

Gli eventi, i seminari, e tutte le attività pensate per grandi e piccoli ci ricordano che gli oceani generano la maggior parte dell’ossigeno che respiriamo, ci danno da mangiare, regolano il nostro clima, ci offrono l’acqua che beviamo oltre che un insieme di medicinali importanti e, poeticamente parlando, forniscono ispirazione senza limiti.

Salviamo gli oceani, salviamo noi stessi.

Per trovare gli eventi più vicini a noi è stata attivata una mappa interattiva a questo link.

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Roberta De Carolis

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