Oggi, 22 maggio 2014, è la Giornata Mondiale della Biodiversità. E’ stata introdotta nel 2000 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per celebrare l’introduzione della Convenzione sulla Diversità Biologica. E’ il momento di fare il punto sulla biodiversità italiana e sugli interventi necessari per tutelarla.
Oggi, 22 maggio 2014, è la Giornata Mondiale della Biodiversità. È stata istituita nel 2000 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per celebrare l’introduzione della Convenzione sulla Diversità Biologica. È il momento di fare il punto sulla biodiversità italiana e sugli interventi necessari per tutelarla.
Addio alla gru. La celebrazione della Giornata Mondiale della Biodiversità 2014 inizia con una pessima notizia. La gru in Italia non c’è più. Così come sono scomparsi lo storione, il gobbo rugginoso e la quaglia tridattila. Sono tutti tra i vertebrati italiani che si sono estinti di recente. A comunicarlo è Legambiente, che ricorda che la perdita di biodiversità è la minaccia più grave del mondo. Ogni specie esistente svolge un ruolo specifico nell’ecosistema in cui vive e la sua scomparsa può portare ad alterazioni irreversibili. La biodiversità è un capitale naturale del pianeta che deve essere protetto.
La buona notizia è che l’Italia detiene il primato della biodiversità europea, con oltre 67 mila specie di piante e animali (circa il 43% di quelle presenti in Europa), ma anche da noi le popolazioni di vertebrati sono in declino (soprattutto in ambiente marino). Delle 672 specie di vertebrati valutate (576 terrestri e 96 marine) nella Lista rossa dei vertebrati italiani, pubblicata nel 2013 dal Comitato Italiano dell’IUCN su iniziativa del ministero dell’Ambiente e Federparchi, oltre alle 6 che risultano estinte ultimamente, tra cui la gru cenerina che in Italia non nidifica più, 161 sono gravemente minacciate di estinzione (28%).
Tra queste troviamo lo squalo volpe, l’anguilla, la trota mediterranea, il grifone, l’aquila di Bonelli e l’orso bruno. Le specie in pericolo sono in totale 49 tra cui il delfino comune, il capodoglio, la tartaruga Caretta caretta e la gallina prataiola. La European Environment Agency lancia un chiaro messaggio: “Il modo attuale in cui usiamo il mare rischia di degradare irreversibilmente molti di questi ecosistemi”.
Secondo l’Enpa, distruzione degli habitat naturali è un fenomeno sempre più preoccupante che mette in pericolo la sopravvivenza di milioni di animali e dell’uomo stesso, e che in Italia ha raggiunto proporzioni allarmanti. se il tasso di sfruttamento dei suoli dovesse procedere a questo ritmo, i nostri figli rischiano di essere letteralmente soffocati dal cemento. Come confermato anche dall’incremento delle patologie legate all’urbanizzazione.
“Tutti gli esseri viventi ” – sottolinea l’Enpa – “devono vivere in equilibrio con l’ambiente che li circonda: la cementificazione e la perdita di biodiversità sono pericolosi elementi perturbativi. Per questo, il Governo italiano deve assolutamente impegnarsi ad invertire tale linea di tendenza, proteggendo sia gli habitat sia gli animali che in essi vivono e che sono spesso oggetto di una insensata discriminazione, ma anche diffondendo una corretta informazione sull’importanza che le specie selvatiche rivestono, a seconda del loro ruolo biologico, in natura”.
L’Enpa ha in particolar modo a cuore la sorte dei predatori. Volpi e lupi, ad esempio, vengono accusati di causare danni alle attività umane, ma in realtà sono un tassello fondamentale per assicurare il bilanciamento tra le popolazioni delle specie animali che insistono sul nostro territorio. La situazione è davvero paradossale perché la loro “colpa” sarebbe quella di cibarsi degli animali introdotti a fini venatori. “Nella realtà dei fatti” – ha aggiunto l’Enpa – “le specie predatorie contribuiscono a ristabilire l’equilibrio biologico negli habitat alterati dai cacciatori al solo scopo di continuare a sparare per divertimento”.
WWF Italia interviene in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità ricordando le sorti della foresta amazzonica brasiliana. Il WWF rilancia la sua iniziativa a favore dell’Amazzonia facendo appello a tutti per sostenerla, quando mancano venti giorni ai Mondiali di Calcio che si terranno nel Paese che ospita la più vasta porzione di foresta amazzonica. WWF Italia nei giorni scorsi ha raccolto oltre 60 mila Sms di sostegno alla campagna Amazzonia oasi del mondo, lanciata in occasione della Giornata oasi WWF che si è conclusa il 18 maggio, permettendo così all’associazione di contribuire al progetto Triangolo Verde dell’Amazzonia e alle azioni concrete contro la deforestazione. Facciamo anche noi la nostra parte per difendere la biodiverità.
Scarica qui il dossier di Legambiente Biodiversità a rischio 2014.
Scarica qui il Rapporto sulla Biodiversità del WWF.
Marta Albè
Fonte foto: juzaphoto.com
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