Oggi festeggiamo la Giornata internazionale del caffè, ma anche questa bevanda potrebbe scomparire per colpa dei cambiamenti climatici

Oggi 1° ottobre si celebra la Giornata internazionale del caffè, ma l’evento è sempre più triste, perché anche questa iconica bevanda tanto amata in Italia potrebbe scomparire per colpa dei cambiamenti climatici (e costa sempre di più)

Giornata internazionale del caffè, sì è proprio oggi 1° ottobre, ma il caffè non gode di buona salute: una tazzina al bar è sempre più costosa e le previsioni future non sono rosee, temendo che possa del tutto scomparire a causa dei cambiamenti climatici.

Una recente indagine condotta da Assoutenti indica come la spesa per la pausa caffè sia aumentata di 720 milioni di euro all’anno, con il costo medio dell’espresso al bar che ha visto segnare un +11,5%, passando da una media nazionale di 1,04 euro a 1,16 euro.

Solo a Catanzaro, Reggio Calabria e Messina è ancora possibile trovare un espresso a meno di 1 euro, mentre in 22 province il prezzo supera 1,20 euro, con il “primato” di Bolzano, dove il costo medio è di 1,34 euro per tazzina.

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Perchè il caffè costa sempre di più e perchè potrebbe persino scomparire

L’aumento del costo, però, non è solo speculazione. I cambiamenti climatici hanno infatti decimato anche le forniture di caffè, l’ennesima spia di allarme di un disastro ecologico di cui l’uomo è la principale causa.

L’impatto sarà devastante anche nel prossimo futuro per i luoghi dove attualmente si produce caffè, anacardi e avocado, con molte di queste aree destinate a diventare ambienti meno adatti per la coltivazione dei loro raccolti attuali. Nel caso del caffè, in particolare, questa tendenza si sta manifestando in tutti i principali Paesi produttori.

Potrebbero diveltarlo aree situate a quote e latitudini più elevate ma questo è tutt’altro che una consolazione, in quanto caffè, anacardi e avocado rivestono un’elevata importanza socioeconomica in molti sistemi di agricoltura tropicale di piccoli proprietari in tutto il mondo. Inoltre, trattandosi di colture da piantagione con una lunga durata, la loro coltivazione richiede una pianificazione a lungo termine.

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Non solo caffè

Inoltre, se aree oggi inospitali per il caffè avranno invece un clima adatto, questo sarà altrettanto adatto a specie oggi assenti, le quali, non essendosi evolute con il contesto, non potranno che provocare danni.

E qualcuna non è più assente: abbiamo ormai di fronte agli occhi continuamente specie aliene che solo fino a poco tempo fa non avrebbero avuto alcuna possibilità di adattarsi e che invece oggi vivono benissimo (loro!) anche da queste parti.

Qualche esempio? Il granchio blu: questa specie aliena terribilmente vorace si è ormai diffusa anche nei nostri mari e rappresenta una pericolosa minaccia per la biodiversità: il riscaldamento globale, infatti, sta favorendo la sua diffusione di questa specie tropicale e non è difficile collegare il disastro allo stato di sofferenza del Mediterraneo, sempre più caldo e, appunto, “tropicale”.

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Di esempi potremmo farne molti altri, come la Vespa velutina, insetto alieno arrivato dalla Cina nel 2004, ma anche la Vespa orientalis, in realtà originaria del Mediterraneo meridionale ma che si sta spostando verso nord sempre a causa dei cambiamenti climatici.

Questi insetti non sono solo potenzialmente pericolosi per l’uomo, sono di certo pericolosi per l’ecosistema, in quanto divoratori di api, già minacciati da pesticidi e parassiti.

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Festeggiamo oggi con una bella tazzina di caffè ma, riflettendo un po’, c’è ben poco da festeggiare.

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