Il 17 settembre, il ghiaccio marino artico ha raggiunto il minimo del 2014, pari a un'estensione di 5,02 milioni di chilometri quadrati. Lo scioglimento dei ghiacciai al Polo Nord durante la stagione estiva non è anomalo, ma a preoccupare gli scienziati della Nasa e del National Snow and Ice Data Center dell'Università del Colorado, è stato il fatto che quest'anno stato raggiunto il sesto minimo osservato via satellite dal 1978
Il 17 settembre, il ghiaccio marino artico ha raggiunto il minimo del 2014, pari a un’estensione di 5,02 milioni di chilometri quadrati. Lo scioglimento dei ghiacciai al Polo Nord durante la stagione estiva non è anomalo, ma a preoccupare gli scienziati della Nasa, della Jaxa e del National Snow and Ice Data Center dell’Università del Colorado, è stato il fatto che quest’anno è stato raggiunto il sesto minimo osservato via satellite dal 1978.
Durante l’estate del 2014, il ghiaccio marino artico infatti si è sciolto ad una velocità allarmante e ancora più elevata rispetto allo scorso anno, pari nel 2013 a 6,22 milioni di chilometri quadrati.
A causa delle temperature sempre più elevate, il ghiaccio è meno resistente e si scioglie più velocemente e in maggiori quantità. Motivo per cui il ghiaccio marino artico è sempre meno. “L’estate all’inizio era relativamente fresca e mancavano le grandi tempeste e i venti persistenti, che potevano rompere il ghiaccio e aumentare la fusione”, ha spiegato Walter Meier, ricercatore della Nasa. Un fatto ancora più preoccupante. Il ghiaccio marino agisce come condizionatore d’aria per il pianeta, riflettendo l’energia dal sole.
Il video che segue è basato sui dati registrati dalla Jaxa, l’Agenzia spaziale giapponese, e mostra la variazione dell’estensione del ghiaccio marino dal 21 marzo al 17 settembre di quest’anno.
Secondo la Nasa, inoltre, anche se il ghiaccio marino artico nel 2014 era maggiore rispetto al record negativo dell’estate del 2012, ciò non deve farci sentire tranquilli. L’Artico non sta guarendo ma la misura minima di quest’anno è in linea con la tendenza al ribasso. Di fatto, l’Oceano Artico perde circa il 13 per cento del suo ghiaccio marino per decennio.
Per misurarne l’estensione, gli scienziati analizzano tre aree pari al 15 per cento della copertura totale. L’analisi della Nasa si basa su dati provenienti dal satellite Nimbus 7 che ha fornito i dati dal 1978 al 1987, mettendoli poi in relazione coi numeri forniti dal Giappone.
Risultati preoccupanti, che arrivano proprio nei giorni in cui i grandi della Terra si sono ritrovati a New York con un obiettivo: salvare il clima passando dalle parole ai fatti.
Francesca Mancuso
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