La Global Forestry Coalition (GFC) pone Ikea sotto accusa in quanto essa starebbe contribuendo, attraverso Swedwood, alla distruzione delle antiche foreste russe della Karelia del Nord, attuando opere di deforestazione illegale. Gli alberi appartenenti da secoli ad un ecosistema ricco di biodiversità ed unico al mondo per le proprie caratteristiche starebbero subendo un vero e proprio sciacallaggio. GFC fa riferimento ai numerosi alberi che sarebbero stati rasi al suolo al fine di attuare operazioni di taglio e di trasporto dei tronchi necessari a ricavare il legno da utilizzare per la fabbricazione delle parti impiegate per la costruzione dei mobili.
In arrivo tempi duri per Ikea, la catena internazionale di vendita e distribuzione di mobili a basso costo che si era finora particolarmente distinta per il proprio impegno nel rispetto dell’ambiente e delle foreste. Pare infatti che una delle realtà consociate ad essa, il gruppo svedese Swedwood, che contribuisce alla crescita ed al successo di Ikea dall’approvvigionamento del legno da costruzione, alla realizzazione e distribuzione dei mobili in legno presenti presso i punti vendita di quello che è considerato uno dei più importanti marchi svedesi, sia coinvolta nell’abbattimento di antiche foreste caratterizzate da una inimitabile biodiversità.
La Global Forestry Coalition (GFC) pone Ikea sotto accusa in quanto essa starebbe contribuendo, attraverso Swedwood, alla distruzione delle antiche foreste russe della Karelia del Nord, attuando opere di deforestazione illegale. Gli alberi appartenenti da secoli ad un ecosistema ricco di biodiversità ed unico al mondo per le proprie caratteristiche starebbero subendo un vero e proprio sciacallaggio. GFC fa riferimento ai numerosi alberi che sarebbero stati rasi al suolo al fine di attuare operazioni di taglio e di trasporto dei tronchi necessari a ricavare il legno da utilizzare per la fabbricazione delle parti impiegate per la costruzione dei mobili.
GFC ha inoltre rivolto le proprie critiche nei confronti dello slogan utilizzato da Ikea, “We love Wood”, al fine di sottolineare come il legno impiegato sia proveniente da foreste certificate FSC. Lo slogan però non sarebbe assolutamente applicabile nel caso di mobili costruiti a partire da legname proveniente dalle foreste della Karelia, che non può essere considerati sostenibile né dal punto di vista ambientale né dal punto d vista sociale, poiché il suo approvvigionamento porta alla distruzione di un patrimonio naturale internazionale.
Al riguardo, Ikea sostiene che l’età media degli alberi abbattuti in Karelia è di 160 anni e che ciò che è realmente importante nella gestione delle foreste non riguarda l’età dei singoli alberi ma lo svolgimento delle operazioni necessarie all’approvvigionamento del legno, effettuato in modo da rispettare la biodiversità e da garantire la conservazione dell’ambiente in cui si opera.
In risposta alle accuse da parte di GFC, Ikea ha dichiarato come il 17% dell’appalto totale di Swedwood in Karelia sia esentato dalle operazioni di taglio, sia per disposizioni legislative, sia su base volontaria. Ikea sostiene che si tratterebbe di una proporzione di terreno che supera la quota imposta dalla legge. Già nel 2004 ikea avrebbe cercato di limitare l’impiego di legname proveniente dalla zona interessata, a seguito di un dialogo con Greenpeace, grazie al quale il valore di alcune aree era stato considerato molto elevato e dunque da proteggere.
Ikea sembra però proseguire nel proprio intento di rendere maggiormente sostenibili le proprie attività. Aveva infatti annunciato la volontà di sostituire entro il 2012 i propri pallet in legno con pallet in cartone, più leggeri e facilmente trasportabili, ma in grado comunque di sostenere un peso adeguato, oltre che di essere utilizzati per operazioni di movimentazione del materiale ancora più efficienti, per via del minore spazio occupato da essi e della conseguente possibilità di trasportare una maggiore quantità di merce in un’unica soluzione di viaggio.
Marta Albè