Alejandra Mora Soto ha mappato le foreste di alghe giganti in Patagonia, che sono ancora ben conservate rispetto ad altri luoghi del mondo. Tuttavia hanno bisogno comunque di interventi di protezione
In un affascinante viaggio di ricerca nelle profondità dell’Oceano Meridionale, la geografa marina cilena Alejandra Mora Soto ha scoperto i segreti meglio custoditi delle maestose foreste di kelp giganti della Patagonia, dove vaste distese di alghe che danzano al ritmo delle correnti creano ecosistemi unici che hanno resistito nel tempo e sono essenziali per l’ecologia marina.
Con un dottorato in Geografia e Ambiente conseguito presso l’Università di Oxford, Mora Soto ha dedicato la sua carriera all’esplorazione e alla comprensione di queste enigmatiche foreste sottomarine. Dalle gelide acque subantartiche agli idilliaci paesaggi della British Columbia in Canada, ha portato la sua ricerca verso nuove frontiere, svelando la complessità delle foreste di alghe del Salish Sea.
In collaborazione con importanti ricercatori messicani, argentini e cileni, Mora Soto ha lanciato un’iniziativa innovativa: un’infografica che democratizza la ricerca sulla mappatura delle alghe in spagnolo, aprendo la strada ai professionisti e ai responsabili delle decisioni senza richiedere studi specializzati.
Gli huirales non erano mappati nella cartografia ufficiale
Il suo interesse per la geografia marina e le foreste di alghe è nato leggendo il diario di Darwin in cui racconta delle foreste di alghe sulle rive dello Stretto di Magellano. Si è stupita del fatto che fossero piene di vita e si è chiesta com’era la situazione oggi.
Guardando le immagini satellitari era molto chiaro che si potevano vedere gli huirales vicino alla riva. Da lì l’intenzione di espandere la mappa della biodiversità cilena facendo una mappa delle foreste di huiro. Gli huirales non erano mappati nella cartografia ufficiale.
Un’operazione che non si è rivelata facile dato che la mappatura in mare è parecchio difficile. Sulla terraferma si vede dove si distribuiscono certe specie e la vegetazione è molto distinguibile con le immagini satellitari. Nel mare è un po’ più complicato perché si tratta di un segnale che si mescola con l’acqua.
E poi c’è il problema del boom dell’industria dell’idrogeno verde nello Stretto di Magellano. Nessuno sa esattamente quale sarà l’impatto per le foreste di alghe. Si sa però che sono molto resistenti, dato che sono presenti da 200 anni. Un fattore importante è che le temperature non sono aumentate molto in Patagonia, il che significa che rimane una sorta di rifugio climatico globale.
Quali sono le prossime sfide da affrontare
Con lo studio delle foreste di alghe che hanno fatto sono riusciti a scoprire che le foreste di alghe in Patagonia hanno la fortuna di essere generalmente in buona salute, rispetto ad altri luoghi del mondo in cui stanno scomparendo molto rapidamente a causa dell’innalzamento delle temperature e dell’aumento delle specie invasive che approfittano delle temperature più elevate e finiscono per divorare le foreste di alghe come sta accadendo in particolare in Australia e in California.
In Patagonia, invece, è successo qualcosa di interessante: i pescatori stessi hanno chiesto di proteggere la foresta di huiro, il che è diverso da quanto accade nel Cile centrale e settentrionale, dove le foreste di kelp vengono sfruttate in modo selvaggio. Ma nel sud, le stesse persone hanno chiesto la protezione di questo ecosistema per poter proteggere altre specie associate come la granceola, il che significa anche proteggere questa pesca.
Per fare ciò, però, ci sono anche molte sfide. Bisognerebbe ampliare l’area protetta che normalmente si trova sulla terraferma perché la continuità tra terra e mare è garantita dall’huiral. L’huiral si trova nelle rocce ai margini del mare e assorbe molti dei nutrienti che provengono dalle foreste circostanti. Anche i leoni marini e gli uccelli, attraverso i loro depositi fecali, forniscono i loro nutrienti, che vengono assorbiti dall’huiral per crescere. Quindi si trovano in questa interazione tra terra e mare e hanno bisogno di protezione.
Fonte: Austerra
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