Il gasdotto finlandese è stato danneggiato, forse dall’ancora di una portacontainer cinese

Le indagini hanno appurato che il danno al gasdotto Balticconnector in Finlandia è stato causato da un’ancora della nave cinese NewNew Polar Bear. Non si esclude che sia stato un atto deliberato e l’impatto sull’ambiente potrebbe essere enorme (anche se nessuno ne parla)

Il 9 ottobre scorso, si è verificato un grave danno al gasdotto Balticconnector, che collega la Finlandia all’Estonia. Un’indagine ha individuato la nave portacontainer cinese NewNew Polar Bear come possibile causa. Questo ha escluso la partecipazione della nave russa Sevmorput, un cargo rompighiaccio a propulsione nucleare, che inizialmente era la principale sospettata dell’incidente.

Una foto condivisa dall’emittente finlandese Yle il 22 ottobre che ha fatto il giro del web mostra la nave cinese, registrata a Hong Kong, con un’ancora mancante sul lato sinistro. La nave si trovava nelle vicinanze del gasdotto Balticconnector quando è stata registrata un’attività sismica ed è risultata essere più vicina al gasdotto rispetto al container russo.

Secondo fonti della stampa estone, l’8 ottobre la NewNew Polar Bear era partita da Shanghai per raggiungere San Pietroburgo nello stesso giorno, mantenendo una velocità di 11 nodi. Tuttavia in cinque minuti la velocità è diminuita a 9,5 nodi proprio quando la nave si è avvicinata al Balticconnector e vi è passata sopra, per poi tornare a 11 nodi dopo averlo superato.

Si teme che possa essere stato un sabotaggio deliberato

Le autorità finlandesi hanno recuperato un’ancora, alta oltre due metri, larga due metri e con uno spessore di circa un metro, sospettata di essere responsabile dei danni nei fondali marini. Prima che le indagini fossero completate, la marina di Oslo ha monitorato la nave a distanza ravvicinata mentre faceva sosta nel porto russo di Arkhangelsk.

La preoccupazione delle autorità di Helsinki è che il danno possa essere stato causato da un sabotaggio deliberato, anche se rimane da chiarire se l’ancora sia caduta accidentalmente o se sia stata utilizzata con l’intenzione di danneggiare il gasdotto.

La Cina ha dimostrato di voler collaborare con le autorità finlandesi, auspicando un’indagine obiettiva ed acqua e di arrivare presto alla verità. Allo stesso tempo, però, non si è ancora riusciti a contattare il mercantile cinese ed il suo capitano.

Nonostante l’importanza di chiarire le circostanze con cui è avvenuto l’incidente, c’è un altro punto di cruciale importanza che sta emergendo. Secondo l’operatore che lo gestisce, infatti, il danno è enorme e ci vorranno almeno cinque mesi per riparare il gasdotto. Ciò significa che la Finlandia sarà lasciata totalmente dipendente dalle importazioni di gas naturale liquefatto per l’inverno.

L’entità delle perdite non è ancora chiara, ma di certo, in termini di gas serra, si tratta di un’emissione sconsiderata e non necessaria. Non sarebbe la prima volta che un gasdotto viene sabotato. Il tema dell’impatto ambientale delle perdite dei gasdotti era passato all’onore delle cronache quando i gasdotti Nord Stream 1 e 2 furono vittime di fuoriuscite causate da alcune esplosioni. Era il 2022 e si trattò di una delle peggiori fughe di gas mai avvenute, per le quali non fu mai possibile fare una precisa valutazione dell’impatto ambientale.

Nessuno parla dellimpatto ambientale di questo incidente

E infine, ultimo ma probabilmente il più importante, c’è un altro tema di cui purtroppo non si sta parlando: l’inquinamento provocato da questo incidente. L’entità delle perdite non è ancora chiara e sembra quasi che nessuno riesca (o voglia) sincerarsene, ma di certo, in termini di gas serra, si tratta di un’emissione sconsiderata e non necessaria.

Non sarebbe nemmeno la prima volta che un gasdotto viene sabotato. Il tema dell’impatto ambientale delle perdite dei gasdotti era passato all’onore delle cronache quando i gasdotti Nord Stream 1 e 2 furono vittime di fuoriuscite causate da alcune esplosioni. Era il 2022 e si trattò di una delle peggiori fughe di gas mai avvenute. Anche in quel caso non fu mai possibile fare una precisa valutazione dell’impatto ambientale.

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Fonte: Keskusrikospoliisi

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