Quel gasdotto in Australia che danneggerà le riserve marine e l’arte aborigena

La proposta di un gasdotto nel nord ovest dell’Australia potrebbe trasformarsi in 1,6 mld di tonnellate di emissioni di gas serra

La proposta di un progetto di esportazione di gas nel nord ovest dell’Australia potrebbe trasformarsi in 1,6 miliardi di tonnellate di emissioni di gas serra durante la sua durata e danneggiare l’ambiente, il clima, ma anche l’arte indigena.

Uno studio condotto da sue gruppi – il Conservation Council of Western Australia e l’Australia Institute – ha dimostrato come il progetto dell’estrazione del gas naturale a Scarborough (Australia nord-occidentale) stia per essere approvato senza un’accurata analisi del suo impatto ambientale da parte dello stato o delle autorità federali. I ricercatori hanno pronosticato che lo sviluppo di tale progetto porterebbe ad emissioni equivalenti a quelle emesse da quindici centrali elettriche alimentate a carbone. Il progetto include anche lo sviluppo di un nuovo gasdotto a più di 400 chilometri dalla costa, un’infrastruttura di tubature e una importante struttura nella regione del Pilbara. Si stima che annualmente il progetto porterebbe circa 4,4 milioni di tonnellate di emissioni in Australia – corrispondenti all’1% delle emissioni nazionali annue. Il grande volume di queste emissioni avrebbe luogo nei paesi importatori e consumatori di gas.

È uno sdegno internazionale che un qualche governo supporti un progetto che contempla la produzione di miliardi di tonnellate di gas nocivi e causa danni irreversibili all’eredità culturale ed artistica degli Aborigeni – tuona Piers Verstegen, direttore del Conservation Council. – L’intero progetto sarebbe infatti responsabile di emissioni maggiori di quelle della miniera di carbone di Adani nel Queensland.

(Leggi: Gli elefanti africani sono sull’orlo dell’estinzione a causa del bracconaggio e della perdita dell’habitat)

Anche la presidente del Conservation Council, Carmen Lawrence, ritiene questi lavori responsabili della distruzione del sito aborigeno sacro situato presso la Gola di Juukan.

È chiaro che l’inquinamento derivante dall’estrazione del gas stia avendo un impatto importante sull’arte rupestre del sito di Murujuga – dice. – Permettere un’ulteriore espansione del processo estrattivo del gas in questa area aumenterebbe sia la durata che la gravità dei danni inflitti all’arte rupestre, e di questo bisogna tenere presente prima che altre decisioni in merito vengano prese, e non dopo.

gasdotto australia

@ConservationCouncilofWA/facebook.com

Il maggiore sostenitore del progetto, Woodside, rivendica invece le numerose opportunità avute dalle parti interessate per commentare la proposta negli ultimi due anni e mezzo e non opportunamente colte. Attraverso un portavoce la compagnia dichiara che lo sviluppo del progetto è stato riferito in separata sede allo Stato australiano e alle autorità del Commonwealth, come da consuetudine, ed è ora in attesa dell’approvazione finale da parte del Ministro per l’Ambiente ed il Clima, Amber-Jade Sanderson. Se il progetto dovesse essere approvato, il governo dovrà elargire un finanziamento di 11 miliardi di dollari entro il prossimo anno.

Intanto il Conservation Council ha lanciato una petizione rivolta al Parlamento locale per bloccare l’opera e salvare l’ecosistema e l’arte aborigena. 

Fonte: Conservation Council of Western Australia / Facebook

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