A Gallipoli un intero quartiere ha scaricato in mare liquami non trattati per 15 anni

Incuria, inciviltà, egoismo hanno provocato un disastro ambientale enorme. Quasi un intero quartiere ha sversato per 15 anni i propri liquami non trattati in mare perché non collegato alla rete fognaria

Ha dell’incredibile quanto scoperto dalla Capitaneria di Porto: per un periodo di oltre 15 anni, un quartiere di Gallipoli ha scaricato nel mare 85.000 metri cubi di liquami non trattati. Un danno enorme per l’ambiente e per il mare, in uno dei tratti con le acque più cristalline d’Italia.

Ma per quale motivo è avvenuto tutto ciò? Secondo l’indagine condotta dalla Capitaneria di Porto e durata un anno, la situazione è dovuta a condomini, negozi, uffici, banche, bed and breakfast e altre attività turistiche che non erano collegati correttamente alla rete fognaria della città.

Quasi un isolato non era regolarmente collegato

Ciò ha significato lo sverso di rifiuti non trattati nel mare di fronte al Canneto, vicino al centro storico di Gallipoli, ma di fatto coinvolgendo l’intera città. Si è proceduto all’applicazione di sanzioni che variano da 3.000 a 30.000 euro, anche se ormai non si può fare più nulla per l’inquinamento provocato in questi anni di incurie e inciviltà.

Il lavoro degli inquirenti è iniziato ad agosto dell’anno scorso dopo che un video sui social media ha mostrato la presenza di liquami nell’area marina in questione. Durante le indagini è emerso che i residenti non hanno mai rispettato l’ordinanza del sindaco che imponeva loro di collegarsi alla rete fognaria.

Gli accertamenti, che sono durati diversi mesi, hanno rivelato una realtà sconcertante: quasi un intero isolato, tra grandi complessi residenziali, negozi, uffici, banche, strutture turistiche, è risultato privo di regolare allaccio alla rete fognante cittadina.

La condotta si era trasformata in una sorta di “cloaca” moderna

Invece che alla fogna, tutte le colonne di scarico erano direttamente collegate alla condotta incriminata, trasformandola in una sorta di “cloaca” moderna di reflui di wc e cucine. Di conseguenza, una grande quantità di rifiuti domestici finiva quotidianamente nell’oceano senza subire alcun trattamento di depurazione, con gravi effetti sulla salute pubblica e sull’ambiente.

Ma non solo. Durante il controllo delle tubature di scarico degli edifici è emerso che, a causa della rottura di alcune linee, parte dei rifiuti condominiali colava nella vasca dell’impianto antincendio di un parcheggio, dove sono state trovate una pompa sommersa e una linea di scarico volante collegata anch’essa alla condotta di Via della Cala.

Gli amministratori condominiali e i proprietari coinvolti sono stati multati e accusati di vari reati: scarico non autorizzato di acque reflue domestiche, inquinamento ambientale, smaltimento pericoloso, degrado delle acque, danneggiamento del paesaggio naturale e disobbedienza alle autorità. Dieci persone sono state indagate e cinquanta multate.

Fortunatamente ora i proprietari delle strutture non conformi hanno regolarizzato la loro connessione alla rete fognaria cittadina attraverso interventi strutturali con il coinvolgimento del Comune e dell’acquedotto.

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Fonte: ANSA

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